Al di là dei sogni. Un film New Age

(da "Hinduism Today", febbraio 1999)

(Traduzione italiana di Krishna Nagaraja, del Centro Cattolico "Il Timone" di Fagnano Olona - Varese)

Di seguito riportiamo in traduzione italiana il testo di un articolo che si occupa del film What Dreams May Come, uscito nelle sale cinematografiche nell’ottobre 1998 e in quelle italiane con il titolo Al di là dei sogni, tratto dalla rivista "Hinduism Today", la quale rappresenta un ambiente indù nazionalista (legato alla Vishwa Hindu Parishad) e dunque una parte dell'induismo. L’articolo rappresenta dunque una lettura della pellicola condotta da un ambiente induista e, secondo tale prospettiva, tenta di dare una valutazione del film. Al parere sostanzialmente entusiasta di chi ha steso l’articolo (forse l'autrice vede nel film la possibilità di una diffusione in Occidente delle idee New Age, che sono ricondotte sostanzialmente all'induismo, seppure attraverso la mediazione della Società Teosofica*), si contrappongono i pareri sfavorevoli di alcuni induisti intervistati.

L’articolo ha senz'altro un pregio: quello di inquadrare bene e giustamente il film e i suoi produttori in un’atmosfera spirituale tipicamente New Age. In effetti, in Al di là dei sogni Oriente e Occidente non di rado si fondono all’insegna del sincretismo, elemento in qualche modo qualificante il New Age. Solo per fare un esempio si può accennare al fatto che ad una scena ambientata in un luogo che ricorda evidentemente l'Inferno dantesco, ne succede repentinamente un'altra dove appare chiarissimo il messaggio reincarnazionista.

Resta da precisare che Richard Matheson è in realtà un romanziere più sofisticato e problematico di quanto si potrebbe dedurre dal film, infatti il suo romanzo di vampiri I am Legend, con il pretesto dei vampiri, è una riflessione intelligente sul futuro nichilistico dell'umanità ed è giustamente considerato un classico.

Prima di passare alla lettura dell'articolo non sarà inutile infine ricordare anche il parere di Antonio Monda, docente di sceneggiatura e regia presso il Film Department della New York University: "…Ma pochi film hanno raggiunto i picchi di cattivo gusto espressi da Al di là dei sogni, tratto dall’omonimo romanzo di Richard Matheson, nel quale Vincent Ward racconta a modo suo qual è la vita che ci attende oltre la morte. Le immagini ricchissime, e in più di un’occasione di straordinaria efficacia visiva (i riferimenti diretti sono a Gustav Dorè e ai romantici inglesi), non riuscivano a coprire neanche per un attimo il nulla su cui si basava il luttuoso assunto, e la storia annegava in un sentimentalismo da fotoromanzo" ("Il cinema New Age", in "La rivista dei libri", n. 6 - giugno 1999).

AM

* Sulla Società Teosofica e sul suo ruolo di mediazione fra Occidente e Oriente consigliamo l'ottimo volume di James Santucci, La Società Teosofica; Elle Di Ci, Leumann (Torino) 1999.

 

Film ad alta tecnologia e ad alto budget insegna una approfondita lezione di metafisica

ALDILÀ DEL CINEMA

Sydney Coale, Los Angeles

Interrompendo decenni di riluttanza da parte dei produttori cinematografici a investire in films "New Age", la pellicola americana da 85 milioni di dollari "Al di là dei sogni" è uscita nelle sale il 2 Ottobre 1998. Con essa si è aperto nella principale corrente americana un nuovo genere di films ad alta tecnologia che ha portato la sensibilità New Age (prevalentemente di stampo Indù) sul grande schermo. Dodici milioni di persone hanno visto il film durante il primo mese. Nonostante svariate critiche, esso ha rapidamente guadagnato l'appellativo di "film-culto", cioè un'opera che è di profondo interesse ma per pochi eletti. Nei primi due mesi ha fruttato 60 milioni di dollari e ci si aspetta ancor di più dalla distribuzione oltreoceano.

Il film : "Al di là dei sogni" si basa sull'omonimo libro ("What Dreams May Come" in inglese) di Richard Matheson. Racconta della storia d'amore tra il dottor Chris Nielsen (interpretato da Robin Williams) e sua moglie Annie (Annabella Sciorra) oltre i confini della morte. Chris muore in un incidente stradale e, in ospedale, si stacca dal suo corpo . Conserva la percezione sensoriale, ma non riesce a vedere chiaramente la guida mandatagli per aiutarlo nel suo trapasso. All'inizio resta intrappolato nei livelli inferiori dove può vedere le persone ma non comunicare con loro, ed è inconsapevole d'essere "morto". Lo vediamo poi mentre dal suo corpo astrale assiste al suo funerale, e successivamente quando tenta di mettersi in contatto con la moglie attraverso la scrittura automatica. Alla fine accetta il fatto di essere fisicamente morto. Con l'aiuto della guida valica i confini della sua esistenza terrena ed entra nel mondo successivo, il piano astrale della metafisica Occidentale (lo Svarloka dell'Induismo o il bardos del Buddismo Tibetano). Là vive contento, imparando ad esempio a volare da un luogo all'altro e aspettando che sua moglie lo raggiunga al momento stabilito.

Ma la tragedia irrompe quando Annie si suicida e Chris apprende che pur essendo anche lei entrata nel mondo astrale è bloccata in un luogo infernale (il Naraka dell'Induismo) da lei stessa creato e da cui non può essere riscattata. Non volendo accettare questa situazione, Chris parte per salvare la moglie. Capisce però che non può risvegliarla dal suo stato insano, e decide di restare con lei invece di tornare in cielo - una prova d'amore che presto li consegna entrambi al paradiso. Nelle sequenze finali del film i due si sono reincarnati in bambini che si incontrano su una banchina. Nel libro invece lei si reincarna in India, lui in America, destinati ad incontrarsi e a sposarsi all'età di 30 anni.

Arte cinematografica : Un breve paragrafo come questo non rende giustizia alla brillantezza artistica del film, che già da sola lo renderebbe degno di essere visto. Ogni scena è tratteggiata con uno squisito gusto della pittura, e quando gli effetti speciali fanno la loro comparsa per il paradiso e l'inferno l'impatto è stupefacente e terrificante. Robin Williams ironizza dicendosi "affascinato dall'idea di usare la tecnologia dei computers per creare qualcosa di diverso da un'esplosione o un dinosauro". Gli effetti speciali non sono usati in maniera semplicemente avanguardistica, ma innovativa. "Nessuna delle tecniche esistenti usate negli effetti ottici e computerizzati sembrava offrirci gli strumenti per realizzare queste visioni", ricorda Nick Brooks, che ha lavorato agli effetti speciali. "Era stato chiaro fin dal primo colloquio con il regista Vincent Ward che 'Al di là dei sogni' avrebbe richiesto l'ideazione di immagini che nessuno aveva mai visto prima. Così cominciò per noi un processo di auto-educazione al metodo artistico di Friedrich e alla visione della luce che spingeva Monet a dipingere. Nei films girati fino ad allora il pubblico di solito diceva 'Che effetti speciali sorprendenti!'. Ora diranno 'Che scena meravigliosa!'. In questo film ogni effetto è non più fine a se stesso, ma veicolo di creatività."

Legami con l'oriente : Per gli Indù, la trama rispecchia in modo sorprendente la "Prova Finale" al termine del classico indiano Mahabharata. Quando il giusto Re Yudhisthira entra in paradiso, apprende che i suoi fratelli e sua moglie non sono là. Chiede ad Indra, Dio del paradiso, dove si trovano ed è poi condotto, proprio come Chris, nelle regioni più infime del Naraka Loka. Là trova la sua famiglia sofferente e decide magnanimamente di rimanere con loro piuttosto che tornare in cielo, esattamente come fa Chris, poiché la sua presenza dona loro conforto. Per aver compiuto tale gesto di sacrificio, lui e la sua famiglia sono repentinamente ammessi nei mondi celesti. Né i produttori, Simon e Barnett, né l'autore Matheson conoscevano questa storia. Sapevano dell'analogo mito greco di Orfeo, che riesce - quasi - a salvare sua moglie Euridice dall'Ade. Gli Indù che hanno visto il film si sono chiesti: "Da dove viene tutto questo? Come hanno fatto le nostre credenze Indù ad arrivare qui dentro?". La risposta è: "indirettamente", perché i produttori e l'autore hanno poca conoscenza dell'Induismo. Ciò con cui hanno più familiarità è la metafisica Occidentale, gran parte della quale deriva dalla Teosofia, che a sua volta deriva dall'Induismo e dal Buddismo Tibetano. Questa corrente metafisica è stata inoltre alimentata di volta in volta dai viaggi degli swami (i saggi Indù), dagli Americani che hanno visitato l'India, dall'apporto di altre simili religioni tribali (specie quelle dei Nativi Americani) e dalle rivelazioni ed introspezioni di mistici e chiaroveggenti americani. "Al di là dei sogni" comprende non solo i comuni principi del karma e della reincarnazione, ma anche la conoscenza occulta dei mondi interiori, che non è comunemente conosciuta, neppure dagli Indù.

I produttori : Bain e Simon non sono certo dei dilettanti nel mondo delle produzioni cinematografiche, avendo già collezionato numerosi films di successo. Ma neppure rispecchiano lo stereotipo del classico produttore hollywoodiano fuma-sigari: "Medito ogni giorno da 30 a 60 minuti", racconta Simon, il cui padre, Sylvan Simon, fu produttore negli anni '40. "Una volta alla settimana mi trovo da solo con Bain. Discutiamo argomenti che riguardano il nostro lavoro e le nostre vite private, e trascorriamo mezza giornata in meditazione. Quando fondammo Metafilmics nel 1996 il nostro obiettivo era produrre pellicole di intrattenimento che avessero uno sfondo metafisico in grado di porre gli interrogativi profondi dell'essere umano, senza però darne risposte, lasciando il pubblico libero di trovarle nei loro propri pensieri, sentimenti ed emozioni. Vogliamo esplorare gli antichi misteri, il mito della creazione, Atlantide, l'Egitto, i Maya. Uno dei prossimi progetti è una commedia sentimentale intitolata 'Between lives' ('Tra una vita e l'altra'), che descrive anime mentre si scelgono i genitori per i loro futuri corpi incarnati. Il messaggio principale che voglio comunicare è che noi stessi creiamo la nostra realtà, e dunque ci prendiamo la responsabilità di tutto ciò che accade nelle nostre vite..". Simon non vuole per i suoi films etichette di questa religione o di quest'altra. Da questo punto di vista la visione metafisica di "Al di là dei sogni" è ugualmente condivisibile da Buddisti, Scintoisti, o da qualunque religione tribale. Personalmente, lui crede nella reincarnazione, nel karma e nell'immortalità dell'anima. "Non apparteniamo ad alcun gruppo particolare. Non siamo scientologi. Nei nostri films vogliamo promuovere la tolleranza, l'autopotenziamento e l'illuminazione" ha detto a HINDUISM TODAY. Simon sviluppa la sua teoria del crearsi la propria realtà: "La vita è un'illusione in cui apprendiamo delle lezioni. Ogni cosa intorno a noi è creata dai nostri pensieri, dalle nostre convinzioni, emozioni, sentimenti. La responsabilità di ciò che succede è nostra." Simon non crede in una causalità d'impatto, ma in una causalità di risonanza. "La risonanza di ciò che crei internamente causerà effetti di ondulazione nella realtà, e questa realtà modificata ritorna indietro dentro di te", spiega. "Credo anche di avere un grado più alto di consapevolezza, che contribuisce a creare la realtà". "La sfida più grande per i nostri films è la gente cinica", risponde Simon interrogato sugli ostacoli incontrati. "Cercano di fare il loro interesse materiale in ogni cosa, e si trovano a mal partito a vedere un film su temi spirituali o metafisici. Non credono che la gente possa davvero manifestare compassione e solidarietà. Tutti i lavori metafisici riguardano la civiltà, la compassione e la solidarietà. Comunque, c'è un numero sempre crescente di persone che non sono ciniche, che credono nelle basilari norme di convivenza civile e che non hanno voglia di continuare a vedere violenza. 'Al di là dei sogni' è il primo film popolare metafisico ad esporre il pensiero metafisico senza reticenze". Le recensioni sulla stampa nazionale sono state negative, leggermente migliori quelle radiofoniche e televisive. Molti, se non la maggior parte, dei critici considerano tutta la metafisica come fertile immaginazione, senza alcun riscontro nella realtà. "Ai cinici non interessano i nostri films", ribadisce Simon. "Ma a dispetto delle recensioni, semplicemente passandosi la parola, 12 milioni di persone sono andate a vedere il film. C'era anche chi non era interessato alle tematiche metafisiche ma era piuttosto attratto dal film in sé". Simon mira a soddisfazioni più alte di quelle del botteghino. Racconta che "dopo poche settimane dall'uscita del film, una famiglia di Milwaukee, Wisconsin, mi ha chiamato spiegandomi che la figlia diciassettenne aveva il cancro e che le restava una settimana di vita. La ragazza desiderava vedere il film per la sua tematica sull'aldilà. Abbiamo mandato una troupe nella sua camera d'ospedale, e dopo che tutta la famiglia ha guardato il film con lei, il padre mi ha detto che la ragazza ha completamente cambiato la sua visione della morte, e questo atteggiamento sereno l'ha accompagnata fino alla fine giunta due giorni dopo. Questo è il nostro concetto di successo. Non scambierei nemmeno 100 milioni di dollari di incassi con il modo in cui quella ragazza ha terminato la sua vita."

 

L'avranno capito?

Gli spettatori sono il più delle volte poco recettivi

"Al di là dei sogni" non si è propriamente scavato la nicchia nel pubblico americano stando alle modeste cifre del botteghino, sebbene si sia classificato secondo quanto a incassi dei biglietti nella prima settimana di programmazione. Si tratta di un film drammatico, una love story, un film metafisico oppure un po' di tutti e tre? La maggioranza dei critici non ha apprezzato il film, alcuni lo hanno snobbato. Mentre il film era bellissimo, quelli si sono lamentati della scarsa caratterizzazione, dell'eccessivo sentimentalismo e delle troppe incongruenze. Una tale reazione non giunge inaspettata dai critici della East Coast. Sono riluttanti a giudicare bene films metafisici per paura di sembrare "soft". Altri critici semplicemente non vedono di buon occhio Robin Williams in una parte che non sia comica. Solo pochi hanno apprezzato l'accurata visione metafisica; i più guardano all'intera storia dell'altro mondo come a pura fantasia.

Negli USA il film sembra aver trovato pubblico nella "Generazione X", costituita da gente nata tra il 1961 e il 1980 e avvezza ad argomenti spirituali. Costoro si sono molto ritrovati nei messaggi più profondi del film, e ne sono stati toccati. Tra loro, Lisa Lashley, una dirigente del gruppo Sire Records di Los Angeles, si è detta "sorpresa che una grossa etichetta cinematografica abbia affrontato reincarnazione, illusione e realtà." La Lashley pratica lo yoga e la meditazione e crede nella reincarnazione. Le è particolarmente piaciuto l'aver fatto assumere, nell'aldilà, ai personaggi la forma di bambini. Secondo lei ciò ha mostrato come "le forme fisiche sono transitorie", mentre lo spirito è eterno.

Il corrispondente di HINDUISM TODAY Archana Dongre ha intervistato alcuni Indù che hanno visto il film. Un attivista del Consiglio degli Studenti Indù le ha raccontato: "Mio fratello è andato a vedere il film ieri, e se ne è andato a metà tanto era noioso. Non ho intenzione di vederlo." Una simile risposta negativa le è arrivata da suo nipote diplomato al college, che vede due films a settimana: "Le recensioni sono brutte, e io non ho voglia di vederlo." I suoi amici Indù sposati le hanno detto di spendere piuttosto il suo tempo libero per le manifestazioni culturali indiane che si tengono ogni fine-settimana a Los Angeles. Per altri l'idea di guardare cosa c'è dopo la morte, seppure attraverso il veicolo di una tenera storia d'amore, o di andare a lezione di metafisica, non è esattamente ciò che loro intendono per divertimento.

Rudhraraju Subramanyam Raju, farmacista nonché devoto del tempio Sita-Ram a Chicago, ha visto il film e ha detto allo staff della redazione di HINDUISM TODAY: "Ero scioccato. Era come se stessero facendo vedere qualcosa sull'Induismo probabilmente per riderci sopra. E questo per tutte le cose in cui crediamo." Sua figlia gli spiegato che non era un insulto, incoraggiandolo a calmarsi e a godersi il film. E' infatti un peccato che molti Indù si siano persi questo film unico.

Generalmente io detesto i films sdolcinati, leggeri, romantici. Molti films di grosso budget sono i cosiddetti film-formula o "High concept" che le produzioni giudicano sicuri, cioè che si basano su una formula già sperimentata in grado di fruttare soldi. Un film "High concept" ruota attorno ad un singolo concetto, di solito uno che può essere sintetizzato in una sentenza fulminante a una riunione con i produttori. Ci sono elementi "High concept" in "Al di là dei sogni". Potremmo anche sentire qualcuno che durante un meeting di produzione dice: "Parla di questo tipo che muore e poi insegue sua moglie nei guai fin dentro all'Inferno....molto anni '90."

Sono stata toccata, comunque, dalla storia d'amore che trascende la morte. Il film arriva al punto a cui normalmente i films arrivano per descrivere una relazione tra due persone che vada oltre la mera romanticheria. Mentre i siti Cristiani cavillano sulla questione se il matrimonio terreno trascenda o no la morte, questo film esplora senza vergogna un amore tra due individui che è nella sua essenza spirituale. Perché non usare l'amore tra un uomo e una donna come veicolo per indagarne la natura? Dopo tutto le anime gemelle lo sono per l'eternità, qualsiasi forma assumano sulla Terra. Questo funge quindi da metafora dell'energia che pervade tutto l'universo.

 

Creare mondi

Pionieri cinematografici della cyber-art

Usando fonti tra le più varie (come l'arte fantastico-religiosa di Hyeronimus Bosch, quella neo-romantica di Gustave Doré, gli intriganti paesaggi del pittore tedesco moderno Caspar David Friedrich e i suoi stessi sogni) il designer Eugenio Zanetti ha cucito insieme tutti questi "archetipi dell'inconscio collettivo" creando potenti e poetiche rappresentazioni visive. La tecnologia dei computers è talmente avanzata che il produttore Bain ha detto: "Non penso che saremmo riusciti a realizzare questa storia prima di oggi."

Ci sono voluti tre anni per filmare le schermate di effetti speciali del mondo oltre la morte. Il risultato è un posto magico in cui la creazione artificiale sembra prender vita e respirare, ed un film innovativo in cui il linguaggio creato dall'arte è indispensabile alla storia.

E' ovvio il motivo per cui i produttori hanno scelto Zanetti. Non solo ha vinto un Academy Award per la art direction, ma da una vita è attratto dal misticismo Sufi e medita quotidianamente. "Tutte le religioni", dice Zanetti, "riguardano l'unità con la molteplicità dell'universo." Cita poi il poeta Sufi Rumi: "Dio ti è più vicino della tua giugulare."

La sfida di "Al di là dei sogni" è stata quella di realizzare l'inferno o il paradiso di ogni personaggio come creazione della sua stessa immaginazione. In qualche modo Zanetti ha dovuto rendere ogni manifestazione del cielo o degli inferi unica agli occhi di qualsiasi persona che la vedesse. In questa visione dell'aldilà, sono i nostri sogni più belli o le nostre paure più grandi ad aspettarci dopo la morte.

 

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