Satanismo o vandalismo?

Andrea Menegotto

1. Il fatto

Con una certa regolarità episodi raccapriccianti, ed in particolare atti vandalici compiuti a danno di luoghi sacri, conducono i mass media – in maniera propria od impropria – a parlare del fenomeno del satanismo e di presunte o vere "sette" sataniche. Questa volta, l’indubbia gravità del fatto ha portato l’attenzione delle principali testate nazionali sull’episodio vandalico che ha riguardato la chiesa della Madonna Assunta di Versasio, nel lecchese.

Nella notte fra martedì 6 e mercoledì 7 aprile 1999 un gruppo di ignoti introdottisi nell’edificio sacro, dopo aver forzato gli ingressi e aver imbrattato i muri con scritte in vernice rossa da cui emergono idee e messaggi tipicamente satanici (fra cui la stella a cinque punte e la croce rovesciata) e scritte inneggianti al demonio, hanno messo a soqquadro la sacrestia rubando il calice e le particole non consacrate. In seguito, accumulate statue e arredi sacri davanti all’altare, hanno appiccato il fuoco, da cui si è salvata fortunatamente la statua settecentesca della Madonna. Un pensionato abitante vicino alla chiesa, accortosi del rogo, ha lanciato l’allarme mentre gli autori del gesto sacrilego, fuggendo, hanno gettato le particole davanti alla chiesa della vicina località di Malnago. Nel giorno di sabato 10 aprile, alcuni organi di stampa segnalano l’ulteriore scoperta di altre scritte sataniche e blasfeme, questa volta in vernice nera, su una panchina in pietra accanto al Santuario della Beata Vergine di Lourdes nel rione Acquate di Lecco. Queste scritte, però, non paiono recentissime.

 

2. Un’offesa per la società credente e civile

Resasi conto dell’accaduto, la comunità civile e cristiana – in attesa degli sviluppi delle indagini degli inquirenti – si chiede il senso di un atto come questo. Mentre il Cardinale Carlo Maria Martini assieme al vicario episcopale di Lecco, Monsignor Giuseppe Merisi, parla di un gesto che "offende la sensibilità credente e civile" di una società profondamente colpita nel suo sentimento religioso e danneggiata nel patrimonio artistico (si parla di un danno di circa cinquecento milioni di lire), forse anche gli studiosi dei fenomeni della nuova religiosità possono cercare di dare il loro contributo per la comprensione di tale triste evento.

 

3. Il satanismo "acido"

Il fatto è rubricabile fra i fenomeni del cosiddetto satanismo giovanile o "acido". Esso si distingue dal satanismo "cultuale" e "culturale" che è una forma organizzata di devozione a Satana caratterizzata da una precisa identità dottrinale, praticato in Italia da circa 600 persone – nel mondo da circa cinquemila – che fanno riferimento alle quattro principali organizzazioni sataniche italiane (le due Chiese di Satana di Torino, la Confraternita di Efrem del Gatto e il Tempio di Pan), ad una serie di gruppi minori e ai Bambini di Satana di Marco Dimitri - di cui si sono parecchio occupate le cronache giudiziarie nel 1992, 1996 e 1997 - , che rappresentano una forma di satanismo a metà strada fra i gruppi giovanili e quelli del satanismo "cultuale".

Dato il suo carattere "selvaggio", il satanismo "acido" si presenta come un fenomeno molto più difficile censire; limitandosi all’Europa occidentale, all’America del Nord, Australia e Nuova Zelanda, alcuni criminologi ritengono che una qualche forma di partecipazione a gruppi di satanismo giovanile può oggi interessare da diecimila a oltre ventimila giovani e giovanissimi.

Solitamente il satanismo "acido" riguarda ragazzi di età compresa fra i sedici e i venticinque anni, non riuniti in gruppi organizzati né gerarchicamente né ritualmente, che si ispirano alle estreme avanguardie artistiche, soprattutto musicali (il cosiddetto "rock satanico"), fanno uso di sostanze stupefacenti e mettono in scena rituali satanici spesso "caserecci" sotto l’influsso di film, trasmissioni televisive, giornali (più spesso fumetti). I gruppuscoli di giovani satanisti non sono in contatto con tradizioni e rituali e sono disprezzati dai gruppi di satanismo "cultuale", che alcuni esperti definiscono anche satanismo "degli adulti". Il loro rituale tipico non è, normalmente, la "messa nera", ma in genere i giovani satanisti si dedicano a sacrifici di animali, ad atti sessuali accompagnati dalla rottura di un crocifisso o di un altro simbolo cristiano, alla profanazione di chiese e cimiteri. Sotto l’influsso della droga non è escluso che qualche adepto trascenda in episodi di violenza carnale o, in casi rari ma non inesistenti, anche in sacrifici umani, i quali – pur ammettendo la possibilità di omicidi rituali non scoperti o di cui non è possibile dimostrare l’esplicito legame con l’ambiente satanico – paiono nel mondo mantenere la media di uno all’anno.

In Italia, il satanismo giovanile ha le caratteristiche che in genere si riscontrano a livello internazionale e anche nel nostro paese le statistiche sono difficili. Le forze di polizia quasi settimanalmente identificano nuovi gruppi che hanno problemi con la giustizia soprattutto a causa di episodi di vandalismo e di profanazione. Si può avanzare l’ipotesi che in Italia il fenomeno coinvolga circa un migliaio di giovani, con una cerchia più vasta (circa duemila persone) che adotta stili della sub-cultura satanica (abbigliamento, simboli o gesti) senza però partecipare abitualmente alle attività vandaliche.

 

4. Il triplo sei

Nell’episodio di Versasio emergono in maniera piuttosto evidente gli elementi di un attacco e di una radicale opposizione ai simboli cristiani, cioè di una esplicita opposizione ai modelli sociali dominanti, fra cui vi è quello religioso. Elemento non trascurabile è il fatto che gli autori del gesto sacrilego hanno scritto a chiare lettere sui muri della chiesa "6.2.99, 6.3.99, 6.4.99", alludendo anche alle date dei due atti vandalici precedenti a quello che stavano compiendo. Il 6 febbraio, infatti, erano stati bruciati i paramenti sacri posti all’ingresso della chiesa del rione Belledo in occasione delle Giornate eucaristiche, mentre il 6 marzo le facciate delle chiese parrocchiali dei rioni Acquate e Bonacina erano state imbrattate con scritte e simboli dello stesso genere di quelli utilizzati a Versasio. Il ricorrere tre volte del numero sei rimanda al "666" che è notoriamente il richiamo simbolico alla "grande bestia" di cui si parla nel libro dell’Apocalisse (cfr. Apocalisse 13,18). A questo proposito, interessante per comprendere la logica interna al fatto è la tesi espressa in una intervista rilasciata ad un quotidiano dallo studioso del CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni) PierLuigi Zoccatelli, che ipotizza l’idea di un "inside joke", cioè di un "rimando interno" (cfr. "il Giornale", martedì 8 aprile 1999, p. 13). Il ricorrere dei tre episodi vandalici a scadenza mensile, e sempre in data 6, potrebbe avere cioè un significato particolare di "autocelebrazione" per un gruppo ristretto di persone, che sono poi gli autori degli atti di profanazione o coloro che ne condividono le idee e lo stile di vita.

 

5. Qualche considerazione

Il satanismo giovanile, di cui l’episodio avvenuto nel lecchese è un triste segno di presenza, di fatto è solo un aspetto del vasto fenomeno del "risveglio del magico" che caratterizza in maniera significativa la nostra società. Un aspetto estremamente problematico e inquietante, che però richiede di essere letto in maniera seria, senza improprie enfatizzazioni. Occorre ben guardarsi dal lanciare in qualche modo panici morali che risulterebbero ingiustificati: il satanismo è sicuramente un problema reale e grave, che la società civile e religiosa devono affrontare adeguatamente, ma di certo senza attribuirgli la rilevanza statistica che a tutti gli effetti non ha. Nel mondo, purtroppo, il satanismo vive grazie alla leggenda che lo circonda. Scrive Massimo Introvigne: "Se si vuole veramente contrastarlo occorre togliergli il suo alone mitologico, presentarlo come una realtà non tanto misteriosa e affascinante quanto squallida. I satanisti non sono, infatti, potenti principi delle tenebre: sono, piuttosto, poveri diavoli" (Il satanismo, Elle Di Ci, Leumann [Torino] 1997).

Il satanismo "acido", poi, è una chiara manifestazione di un disagio sociale. Le storie di vita dei ragazzi che frequentano i gruppuscoli satanisti non parlano di un passato in movimenti magici o occultistici, ma di episodi di teppismo, piccola criminalità e di uso di sostanze stupefacenti. Come tale, questo fenomeno dovrebbe essere analizzato con le categorie generali della devianza e del disagio giovanile e non solo con quelle della sociologia dei nuovi movimenti religiosi. Joyce Mercer interpreta in maniera assolutamente adeguata il satanismo giovanile come una "maschera" del disagio e della devianza (cfr. Behind the Mask of Adolescent Satanism, Deaconess Press, Minneapolis 1991).

La cronaca ci insegna che il disagio deviante può esprimersi in una pluralità di modi: dal lancio di sassi dai cavalcavia (una "moda" nata da bande di ragazzi americani che si dicevano anche satanisti), alla violenza negli stadi, al satanismo; ma le radici del fenomeno sono sostanzialmente le stesse.

Così, le terapie per porre rimedio al satanismo dei giovani rimandano a soluzioni di più ampio raggio, che anche le realtà ecclesiali sono chiamate a formulare attraverso una sempre più efficace opera educatrice e un’adeguata pastorale giovanile, le quali tengano opportunamente conto del "male di vivere", della mancanza di valori e di punti di riferimento precisi in cui si imbattono tanti ragazzi e ragazze nella nostra società.

 


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