I luoghi della fede

La Madonna della Cornabusa

Il Santuario costruito da Dio

Ivette Perego

Tra il verde delle valli bergamasche e proprio a Cepino di S. Omobono Imagna, a 700 m., quasi nascosta in una insenatura della montagna, si trova la grotta della Cornabusa.

Il none "Cornabusa", deriva dal dialetto bergamasco "corna busa", ossia roccia buca. Il Santuario è originalissimo, consiste in un’ampia caverna naturale, due massicce pareti tagliate dalla natura nello sperone del monte, sostengono un enorme banco calcareo che forma il soffitto. Notizie storiche dicono che tra il 1350 e il 1440, le valli bergamasche furono teatro di aspre lotte tra Guelfi e Ghibellini. La povera gente della valle, dato il succedersi ininterrotto di rapine, incendi, uccisioni e vere battaglie, trovò rifugio nella grotta della Cornabusa, portandovi ciò che necessitava per il sostentamento e le cose più care. Tra queste cose una donna portò ciò che aveva di più caro e sacro: un Effigie di Maria Vergine Addolorata. Quando i rifugiati lasciarono la grotta, la statuina della Madonna vi restò, forse a ricordo e a ringraziamento della protezione sperimentata in quel brutto periodo. Qualche anno dopo una giovanetta sordomuta di Bedulita, piccolo paese della zona, che stava pascolando le pecore nei dintorni per curiosità o forse per ripararsi da un temporale, entrò in quell’antro oscuro e profondo. Improvvisamente si trovò dinanzi l’immagine di Maria, s’inginocchiò a pregare e commossa corse a casa a riferire ai famigliari quanto le era accaduto, senza rendersi conto che le sue orecchie sentivano e che la sua lingua si era sciolta e parlava speditamente.

Il fatto si divulgò in tutta la vallata e da allora ebbe inizio il culto all’Effigie della Madonna della Grotta detta poi della Cornabusa. Il Vicario generale del Vescovo di Bergamo, il 4 febbraio 1510, concedeva la licenza di celebrare la S. Messa nella grotta. Fu necessario aprire un sentiero per potervi accedere poiché il luogo era molto scomodo e pericoloso, in seguito si provvide a sistemare decorosamente l’ingresso, l’interno della grotta, il piazzale e la strada. Si costruì l’ospizio, anticamente detto "Casa del Romito", nelle vicinanze fu eretto il campanile e lungo la mulattiera otto Cappelle rappresentanti i dolori della Vergine Addolorata, e il ritrovamento miracoloso della pastorella sordomuta. E’ rimasta nella tradizione l’usanza dei devoti di bagnarsi gli occhi e il viso con l’acqua che sgorga dalla fonte dietro l’altare. Molti sono gli "ex voto" esposti nella grotta, ma purtroppo ogni tanto devono essere sostituiti poiché vanno in disfacimento per le circostanze climatiche. Numerosi sono i pellegrini che visitano questo luogo santo veramente unico, definito da Papa Roncalli, nativo della Valle Imagna: "il Santuario più bello del mondo, perché costruito da Dio e non dagli uomini".

 

* "Io sono la Via, la Verità e la Vita…!" n. III\ 7.

 

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