PASQUA

Cristo Signore è risorto. Alleluia!!!

Ambra Mazzoni

La Bibbia ci descrive la Pasqua come la più grande festa degli ebrei. Il popolo ricordava la liberazione dall’Egitto e il patto di amicizia stabilito con Dio sul monte Sinai, la Pasqua si celebrava ogni anno all’inizio della primavera con una cena, con preghiere e canti (cfr. Esodo 12).

Per i cristiani la Pasqua è la festa di Gesù Risorto.

Il Giovedì Santo, inizio del Triduo pasquale, i fedeli si riuniscono nelle chiese, come gli Apostoli nel cenacolo. Celebrano solennemente il giorno in cui Gesù ha dato Se stesso nell’Eucarestia, mangiano il pane e bevono il vino, che sono il Corpo e il Sangue di Gesù. Questa è la Cena del Signore. Fanno memoria del Suo sacrificio sulla Croce e della Sua Risurrezione. È la nuova Pasqua di salvezza per tutti gli uomini.

Il Venerdì Santo richiama alla mente la morte di Cristo in croce: non un semplice ricordo, ma una realtà da vivere: a questa morte infatti il cristiano deve la sua vita vera, quella della grazia che lo rende figlio di Dio. E' un avvenimento di tale valore per ciascuno di noi che ad esso, a quel Mistero della Croce, dobbiamo ogni speranza in qualsiasi momento di prova.

La notte di Pasqua le chiese risplendono di luci e risuonano di canti. In alto, la luce del cero pasquale ci ricorda che Gesù è risorto e che è Lui la luce vera del mondo e della nostra vita. Esplode allora il canto dell’alleluia, come canto di gioia che si riversa nel mondo. Alleluia è una parola ebraica che significa: "lodate Dio!".

Nella pienezza della gioia pasquale, riuniti in assemblea i cristiani cantano con immensa gratitudine perché Gesù è morto e risorto per noi, rinnovano le promesse battesimali: confermano la fede in Gesù, che ha sconfitto la morte e li ha resi partecipi della sua vita immortale. È logico quindi che il cammino di ogni cristiano trovi il suo centro nella Pasqua di Risurrezione e che il punto decisivo dell’anno liturgico diventi la settimana che precede e prepara questa solennità. Il fatto straordinario è appunto questo: che la morte sia stata vinta e al suo posto sia ritornata a palpitare la vita. Un tale fatto non poteva essere in alcun modo frutto delle capacità dell’uomo, ma soltanto un miracolo – il miracolo per eccellenza – dovuto alla potenza di Dio.

 

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