Beppe Signori e il Next Age di Anthony Robbins

(dal "Corriere dello Sport" di martedì 9.3.1999)

Capita ancora abbastanza di rado di leggere, al di fuori della stampa specializzata e di area, resoconti autobiografici di italiani alla scoperta delle tecniche e dei segreti del Next Age. Una fonte inattesa, il "Corriere dello Sport" di Martedì 9.3.99 ci offre ora una testimonianza che, se è ingenuamente acritica e imprecisa (il guru del Next Age Anthony Robbins è qualificato come "professore" e chiamato Robbin anziché, appunto, Robbins), ha però il pregio dell’immediatezza. Su Anthony Robbins nel contesto del Next Age si potranno leggere:

·         Andrea Menegotto - PierLuigi Zoccatelli, Aldo Carletti - Massimo Introvigne, Marco Cantamessa (a cura di A. Menegotto), New Age: fine o rinnovamento? Le origini, gli sviluppi, le idee, la crisi, la "fine" del New Age e la nascita di un nuovo fenomeno: il Next Age. Una nuova sfida per la Chiesa (Presentazione di Giovanni Cantoni e Postfazione di P. Ferdinando Colombo), Sinergie Edizioni, S. Giuliano Milanese (Milano) 1999.

·         Massimo Introvigne - PierLuigi Zoccatelli, Dal New Age al Next Age. Una nuova religiosità dagli anni ’60 a oggi, Giunti, Firenze 1999.

E gli articoli:

 Dal New Age al Next Age (Andrea Menegotto)

 

 La crisi del New Age e la nascita di un nuovo fenomeno: il Next Age (Massimo Introvigne) - Direttamente dal sito del CESNUR

 

Dietro la rinascita della punta del Bologna c’è stato anche uno speciale corso di autoconvincimento

SIGNORI, DAI CARBONI ARDENTI AL GOL

di Claudio Beneforti

BOLOGNA - Il Bologna era già nei suoi pensieri, con Gazzoni aveva parlato un paio di volte e tra i due c’era l’accordo, mancava solo il nero su bianco. Sì, fu in quei giorni, siamo attorno al 20 giugno del ’98, che Signori camminò sui carboni ardenti. Avete capito bene, proprio sui carboni ardenti. Racconta Beppegol: "Venivo da un periodo in cui vedevo tutto nero, così decisi di iscrivermi ad un corso di autostima a Milano. Con me c’erano anche mia moglie e mio cognato. Questo corso l’ho fatto al Forum di Assago con il professor Anthony Robbin, uno psicologo che ha scritto più di un libro in materia, un americano conosciutissimo in tutto il mondo per le tecniche che pratica e predica sull’autoconvincimento. Credetemi, quella è stata un’esperienza unica, meravigliosa, incredibile e al tempo stesso terribilmente faticosa. Pensate che il corso è durato 4 giorni di fila, dalle 10 del mattino alle 3 di notte, con una sola pausa pranzo alle 6 del pomeriggio. Perché tante ore? Per far superare ai presenti, ed erano circa 2.000, la soglia della fatica. Io, che arrivavo a quelle sedute dopo l’intervento chirurgico alla schiena, resistetti per quasi nove ore. Fui il primo a rimanere sorpreso della mia costanza, mai e poi mai mi sarei aspettato di andare avanti tanto a lungo".

Ricorda quegli episodi con la luce negli occhi, basta guardarlo per capire che Signori è rimasto affascinato da quell’esperienza: "Ricordo che un giorno il professor Robbin mi invitò a seguirlo su una terrazza e mi chiese di digli tutte le cose verdi che vedevo attorno. Io gliele indicai. Poi, mi ordinò di trovare una cosa marrone. Ebbene, non seppi rispondergli. Fu a quel punto che mi disse che tutte le cose verdi rappresentavano la negatività e che ormai non riuscivo più a intravvedere una nota positiva. Aggiunse anche che avrei dovuto trasformare quelle cose verdi in positività. Aveva ragione il professore, tutta la mia sfiducia nasceva dal fatto che invece di pensare ai momenti belli che avevo vissuto in passato, badavo solo a quelli brutti del presente". E qui viene il bello, udite udite. "Arrivò l’ora di camminare sui carboni ardenti. In un primo tempo vi confesso che ero molto scettico, a dir la verità non ero convinto fino in fondo di fare quella passeggiatina, anche se era solo di sei metri. Perché alla fine cambiai idea? Cambiai idea soprattutto per orgoglio. Vidi che molti, anche la gente di sessanta e settanta anni, ascoltavano l'invito del professore e allora dissi fra me che non potevo aver paura solo io, che non potevo essere proprio io a tirarmi indietro, che non potevo essere più scemo e fifone degli altri. Una volta su quella pedana con sotto il muschio verde e sopra i carboni ardenti, dovevamo dire 'il muschio è freddo, il muschio è freddo'. Quando arrivò il mio turno, partii deciso, ripetendo proprio 'il muschio è freddo, il muschio è freddo' per... sei metri. Non mi bruciai, non rimediai anche una scottatura ad un dito. Né io né mia moglie né mio cognato, nessuno dei duemila partecipanti alle sedute si scottò".

Si va avanti. Da quei giorni sono passati più di otto mesi, da quei giorni Signori è tornato alla vita di un tempo non lontano, Signori si è ritrovato de ora è ancora il campione di una volta. "Quell’esperienza mi è servita molto, mi ha fatto capire che la forza di volontà è fondamentale nel lavoro. Una cosa bisogna fortemente volerla per raggiungerla". Il professor Robbin lo salutò con un consiglio, quello di guardare spesso, addirittura fino alla noia, tutti i gol segnati in passato. Certo, Signori lo ha talmente seguito che ora nell’albergo del ritiro, in Italia e all’estero, desidera che ci sia un videoregistratore per rivivere in una mezz’ora tutti gli attimi esaltanti del suo passato. "Nel limite del possibile consumo questo rito alla vigilia delle partite, tutto ciò mi serve per caricarmi, tutto ciò mi mette dentro una rabbia incredibile e tanta positività. E per me sono molto importanti anche i cori dei tifosi: per esempio quando sento la gente di Bologna che canta quel ritornello "prendi il palo, la traversa, facci un gol, facci un gol, tira giù la porta tira giù la porta Beppegol Beppegol", io divento una furia e mi viene una forza da spaccare le montagne".

 

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