Fra magie e superstizioni

Benedizioni o riti magici?

Andrea Menegotto

Accanto ai Sette Sacramenti, che, in quanto istituiti dallo stesso Gesù, sono segni efficaci della grazia, la Chiesa celebra i sacramentali. Questi, come dice il Concilio Vaticano II sono "… segni sacri per mezzo dei quali, con una certa imitazione dei sacramenti, sono significati e, per impetrazione della Chiesa, vengono ottenuti effetti soprattutto spirituali. Per mezzo di essi gli uomini vengono disposti a ricevere l’effetto principale dei sacramenti e vengono santificate le varie circostanze della vita" (Sacrosantum Concilium n. 60). Fra i sacramentali, le benedizioni rivestono un ruolo importante; esse comportano al contempo la lode a Dio per i suoi doni e l’intercessione della Chiesa affinché gli uomini possano usufruire dei doni di Dio secondo lo spirito del Vangelo (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica nn. 1667-1673).

Il Benedizionale (1992) prevede riti di benedizione dove colui che invoca direttamente l’intercessione del Signore non è solo il sacerdote, ma - in alcuni casi - anche il comune battezzato. Le benedizioni sono date principalmente agli uomini, ma sono previste preghiere anche per i diversi momenti della vita dei singoli, delle famiglie e della società: benedizione dei coniugi, delle famiglie, dei fidanzati, dei bambini, delle madri prima e dopo il parto, dei malati, degli anziani…Sono benedetti anche gli ambienti (case, uffici, luoghi di lavoro…) e gli strumenti per le diverse attività.

Dunque, oltre che della Liturgia e dei Sacramenti, la vita cristiana si nutre dei sacramentali e delle varie forme di pietà popolare, le quali spesso gettano le loro radici nella cultura e nella tradizione locale: si pensi, ad esempio, ad alcune benedizioni tipiche della società contadina. Queste forme di devozione e di preghiera extra-liturgiche sono incoraggiate e favorite dalla Chiesa, purchè esprimano "istinto evangelico e una saggezza umana" (Catechismo della Chiesa Cattolica n. 1679).

Esse sono sostanzialmente diverse dai riti di carattere superstizioso e magico. Molti nostri contemporanei attribuiscono un certo "potere" a medagliette, immagini di santi o altri oggetti ritenuti - spesso impropriamente - aventi un carattere "sacro". La vera efficacia dei sacramentali non è data da qualche strano e non ben definito "potere" e neppure dalle vaghe evocazioni a "potenze" più o meno benevole da parte di un qualunque operatore dell’occulto, ma dal loro rapportarsi al Mistero pasquale della Passione, Morte e Risurrezione di Cristo. Per questo costituiscono, se vissuti con autentica fede - un aiuto per il cristiano nel suo cammino di santificazione. Dunque, essi assumono valore e senso grazie alla fede in Cristo e nella sua Chiesa.

Sono invece prive di significato nell’ottica della santificazione e rappresentano una seria deviazione della fede nel senso della superstizione tutti quei riti, diffusissimi nel mondo di maghi, astrologi e cartomanti, che non attribuiscono il primato della fede in Gesù, l’unico, il solo, il vero Mediatore e nella Chiesa, suo Corpo Mistico.

 

Torna all'indice della raccolta "Nuova religiosità: sfida alla Nuova Evangelizzazione"