Il "ritorno" degli angeli

Andrea Menegotto

 

"Gli angeli sono creature spirituali che incessantemente glorificano Dio e servono i suoi disegni salvifici nei confronti delle altre creature: 'Ad omnia bona cooperantur angeli - Gli angeli cooperano ad ogni nostro bene'" (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1992, n. 350).

 

Dopo che le librerie negli Stati Uniti attente ai temi "esoterici" e del New Age avevano proclamato il 1997 "anno delle fate", le stesse annunciano che il 1999 è l’"anno degli angeli". E’ risaputo che le mode culturali e spirituali americane giungono nel Vecchio Continente con un certo ritardo, di fatto però, anche concentrando l’attenzione semplicemente sul panorama italiano, si può constatare che da qualche tempo non solo i libri, ma anche giornali, riviste e oggettistica più o meno religiosa testimoniano un revival, un rinnovato interesse per l’angelologia.

Gli angeli, dunque, non sarebbero semplici ricordi di antichi catechismi polverosi. Un’indagine del CESNUR (Centro studi sulle Nuove Religioni) presentata nel corso di un Convegno svoltosi a Torre Canavese il 2 maggio 1999, rileva che su un campione nazionale di mille intervistati dai 14 anni in su, il 67,36% degli italiani crede negli angeli. Il dato scende al 59,02% tra chi ha un’età compresa fra i 30 e i 60 anni e sale al 71,07% fra chi ha tra i 14 e i 19 anni. I cattolici praticanti, quanto a credenza negli angeli (70,24%), si differenziano solo lievemente dal resto della popolazione. Così commenta i risultati della ricerca Massimo Introvigne, direttore scientifico del CESNUR: "Proprio questo dato, insieme al fatto che agli angeli credano di più i giovani, dimostra che la credenza negli angeli in gran parte non deriva dal cattolicesimo tradizionale ma dalla cultura popolare, dalla televisione, dal cinema. Sono angeli postmoderni, non necessariamente cristiani". Potremmo dire che se da un lato certamente la credenza nell’esistenza degli angeli è parte della fede della Chiesa, dall’altro gli "angeli postmoderni" in gran parte sono angeli New Age e, dunque, vi è un grosso rischio di confusione dottrinale per chi – persona in ricerca spirituale o semplicemente curioso – si accosta alla tematica.

L’angelologia alternativa alla tradizione cristiana non ha origini recentissime; essa getta le sue radici nello zoroastrismo (l’antica religione di Zoroastro, VII secolo a. C.), che si presenta più ricco di riferimenti angelici rispetto alla tradizione ebraico-cristiana, all’interno della quale anche il Nuovo Testamento appare piuttosto sobrio, mentre gli apocrifi come il Libro di Enoch (che hanno avuto la funzione di fonte per la speculazione gnostica e cabalistica) contengono maggiori riferimenti. In epoca moderna lo sviluppo dell’angelologia alternativa deve senza dubbio molto all’apporto del visionario svedese Emanuel Swedenborg (1688-1772), per il quale gli angeli sono ex-uomini che hanno percorso un certo itinerario. I mormoni subiscono l’influenza swedenborgiana, infatti nel loro testo sacro Dottrina e Alleanze (130,5) si afferma che gli angeli con cui abbiamo a che fare sono stati tutti uomini e donne. In seguito, la Società Teosofica (fondata nel 1875 a New York dall’esoterista russa Helena Petrovna Blavatsky e dall’avvocato spiritista americano colonnello Henry Steel Olcott) identifica i devas, gli spiriti della natura, con gli angeli. Questa interpretazione si perpetua nel New Age, infatti i fondatori della comunità-giardino di Findhorn che – fondata nel 1962 – sta all’origine del New Age, affermano di parlare con i devas, ma pubblicano libri in cui appare evidente l’identificazione degli spiriti della natura con gli angeli. Oggi, nel New Age in declino, l’attenzione per la tematica angelica è presente in maniera decisamente consistente grazie soprattutto al channeling, la forma moderna dello spiritismo dove si afferma di poter parlare con una serie di entità fra cui, appunto, gli angeli.

Il rinnovato interesse per la tematica angelica può condurre a diversi esiti: in alcuni casi può sfociare, come mostra il channeling, nel magico e nello spiritico; ambiti che la Chiesa cattolica ha ripetutamente condannato come incompatibili con un autentico atteggiamento di fede. In altri casi l’angelologia alternativa, seppure spesso in contrasto con la dottrina cattolica, può condurre l’uomo del nostro tempo a riflettere su valori e temi fondamentali per l’esistenza e l’agire umano. Ancora, il revival angelico può portare all’interesse per una riscoperta della seria angelologia e può suscitare espressioni artistiche di indubbio valore, necessariamente da distinguersi rispetto alla vera e propria "paccottiglia". E’ questo il caso del film Così lontano, così vicino di Win Wenders (1993) che è valso al regista tedesco una laurea honoris causa in teologia all’Università di Friburgo. Già dal titolo è possibile cogliere il senso della realtà angelica che emerge dal film: la realtà trascendente è per sua stessa natura "lontana" dall’uomo, ma al contempo Dio è "vicino" attraverso quelle espressioni del suo amore che sono gli angeli.

Dunque, se i tanti e innegabili problemi dottrinali posti dall’angelologia alternativa richiamano – nella prospettiva della Nuova Evangelizzazione – la necessità di un riannuncio della Verità cristiana, il "ritorno degli angeli" ci ricorda in ogni caso quell’anelito, troppo spesso dimenticato ma sempre presente nell’uomo, a "sollevare lo sguardo" al di sopra della realtà materiale per cogliere il senso vero e profondo del proprio esistere.

 

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