Apologetica e Nuova Evangelizzazione
(notizia ACI-Digital
http://www.aciprensa.com di sabato 10 luglio 1999)
WASHINGTON DC, 10 (ACI) - L'apologetica
- cioè l'arte di esporre e difendere le verità della fede - deve oggi essere
recuperata come un negozio di ferramenta della Nuova Evangelizzazione,
testimoniandola con l'amore, ha detto l'Arcivescovo di Denver (USA), Mons.
Charles Chaput, durante una conferenza pronunciata ieri al convegno
"Difendendo la Fede", organizzato dall'Università Francescana di
Steubenville.
Nella sua conferenza, intitolata "Dicendo
la verità nell'amore: verso una nuova apologetica per il Terzo Millenio",
Mons. Chaput ha esposto dapprima le crescenti sfide della cultura elettronica,
che ha ridotto drammaticamente la capacità degli esseri umani di ascoltare con
attenzione. A questo proposito, l'Arcivescovo ha contrapposto la capacità di
attenzione della cultura orale, "nella quale per la gente era totalmente
fattibile il trascorrere tutto un pomeriggio ascoltando il racconto dell'Iliade
o l'Odissea", a quella della cultura attuale, "in cui la maggioranza
dei providers della rete Internet assumono come un fatto che dispongono
al massimo di sette secondi prima che le loro pagine subiscano il calo
d'attenzione dell'utente tipico della rete".
"La buona notizia e' questa: per
quanto le cose cambino, esse continuano ad essere le stesse", ha aggiunto
Mons. Chaput; mettendo in risalto che "il terreno della storia, della
cultura e della tecnologia sono in continuo cambiamento; ma gli aneliti del
cuore umano non cambiano mai". Per questo motivo, l'Arcivescovo crede che,
nonostante la "durezza" della situazione della cultura attuale,
"questi sono tempi fertili per il Vangelo".
La Missione
Mons. Chaput ha ricordato che il
compito di "andare ed evangelizzare tutte le genti, battezzandole nel nome
del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo", e' la miglior proclamazione
di missione che sia mai stata scritta: semplice, diretta, senza giri
tortuosi". Ma il compimento di questa missione, secondo l'Arcivescovo,
richiede la collaborazione attiva di tutti i cristiani. Tuttavia, per
svolgerla, e' necessario tener conto di alcune condizioni, che l'Arcivescovo ha
enumerato.
"Primo, questa missione non e'
un suggerimento o una richiesta, e' un ordine. Se dici di credere in Gesu'
Cristo, devi annunciare il Vangelo, devi insegnare la fede, non esiste una
'seconda scelta'", ha detto Mons. Chaput; per segnalare in secondo luogo
che "Gesù non sta rivolgendosi ad altri. Sta parlando a te e a me. Il suo
appello non potrebbe essere più personale. Se non puoi andare in Cina o in
Africa, allora testimonia Cristo dove sei: ai tuoi figli, a tua moglie, ai tuoi
vicini, colleghi ed amici". "Terzo - ha continuato Mons. Caput - se
Gesù parla a ciascuno personalmente è percheè
ciascuno di noi fa la differenza. Dio non ci ha creato per caso. La
menzogna più grande del nostro secolo e' che la cultura di massa e' tanto
grande e complicata che un individuo non può fare la differenza”. “Ciò è falso", ha aggiunto l'Arcivescovo,
ricordando il potere trasformante dei "dodici giudei ignoranti che rigirarono
il mondo Romano da capo a piedi".
In quarto luogo, il Prelato ha
invitato i presenti a ricordare che "Gesù non chiede l'impossibile".
"Se ci chiede di annunciare a tutte le genti è perchè ciò è
possibile". "Non preoccupatevi delle probabilità. Non ci riguardano.
Semplicemente cominciamo a lavorare".
Secondo l'Arcivescovo, il quinto
elemento di cui tener conto e' che Gesù "non è 'una' risposta per qualche
persona, o 'la' risposta per la cultura occidentale. Egli e' il Figlio di Dio,
e ciò significa che Gesù è la risposta per ogni persona, in ogni tempo, di ogni
nazione. Non ci sono eccezioni."
Secondo quanto ha spiegato Mons.
Chaput, e' importante comprendere che "difendere la fede implica, innanzi tutto, predicare la fede".
Apologetica e Amore
Secondo Mons. Chaput, l'apologetica
"e' una componente basilare dell'Evangelizzazione, che implica lo spiegare
agli altri ed il difendere ciò che crediamo in modo persuasivo". "Non
sono sicuro del fatto che abbiamo bisogno di una 'nuova' apologetica, perché il
contenuto della nostra fede non ha cambiato la 'vecchia' apologetica di
Agostino, Ireneo, Tommaso d'Aquino, Carlo Borromeo e G.K. Chesterton, le quali
continuano ad essere molto persuasive per chiunque abbia una mente
aperta", ha segnalato Mons. Chaput; ma a messo in risalto che un elemento
essenziale, molto spesso mancante, è l'amore, attraverso il quale gli altri
arrivano, finalmente, a credere.
"Non importa se vinciamo il confronto intellettuale con un
fondamentalista o un non credente", ha detto l'Arcivescovo di Denver,
"'vinciamo' davvero solo se amiamo e rispettiamo quella persona, mentre
difendiamo la fede".
"E' questo il tipo di 'nuova'
apologetica di cui abbiamo bisogno. Questo e' il tipo di apologetica che può
toccare i cuori umani, perché il cuore e' sempre affamato di allegria, di
bellezza, verità e speranza", ha aggiunto. Il Prelato ha ricordato che il
mondo presente "ripete sempre lo stesso ciclo di superbia a causa della
nostra abilità di rovina delle abilità, a causa dei nostri errori, di
pessimismo dovuto alla rovina, seguito da nuovo orgoglio per quella che sembra
essere una nuova risposta e così via".
"Se conosciamo la nostra
missione e conosciamo il terreno nel quale dobbiamo predicare", manca
soltanto, secondo Mons. Chaput, mettere mano ai mezzi. "Il primo passo e'
quello di svegliarci dall'allucinazione, recuperare la nostra prospettiva del
bene e del male e guardarci attorno. Questo lo otteniamo per mezzo della
preghiera. Prega tutti i giorni", ha detto l'Arcivescovo che ha
raccomandato "in secondo luogo, di andarsi a confessare regolarmente e
mantenersi vicino all'Eucaristia". "Questi Sacramenti sono
letteralmente fiumi di grazia", ha aggiunto. Il terzo passo, per il
Prelato, e' "condividere ogni giorno Gesù Cristo con qualcuno".
"Fatelo in un momento prescelto. la vita ci presenta naturalmente
delle opportunità per parlare della
nostra fede con amici e colleghi".
"Quarto, avere un po' di
coraggio" al momento di predicare la fede. E finalmente "sii fedele a
quanti ti amano e a quelli che Dio ti ha chiamato ad amare", perché nella
vita quotidiana "comincia l'amore".
L'Arcivescovo ha concluso segnalando
che "se davvero vogliamo predicare il Vangelo e difendere la fede negli
anni a venire, l'unica apologetica che funzionerà è quella di parlare della verità
nell'amore, mediante la testimonianza
delle nostre vite".