Retata contro i Bambini di Satana
(da «Corriere
della Sera on-line» - Ultime notizie di sabato a 6 novembre 1999 - 17.55)
TRA I FERMATI ANCHE MARCO DIMITRI, CAPO DELLA SETTA «BAMBINI DI
SATANA CORPORATION»
Messe nere:
cinque arresti e 17 avvisi di garanzia Gravi i reati ipotizzati: dal traffico
di droga alla violenza sessuale. Le indagini si sono svolte in otto città.
Sequestrato materiale filmato e floppy disk
Roma - Una storia
tra il ridicolo e il grottesco che però ha portato a cinque arresti e 17 avvisi
di garanzia anche per reati gravi quali il traffico di droga. È quella che vede
al centro il satanismo e le messe nere e che ha per protagonista una vecchia
conoscenza delle forze dell'ordine: Marco Dimitri capo della setta
"Bambini di Satana corporation". Dimitri è stato denunciato a Bologna
dalla polizia e ha ricevuto uno dei 17 avvisi di garanzia emessi dalla Procura
di Roma per associazione per delinquere finalizzata all' estorsione, alla
truffa, a violenze sessuali e maltrattamenti nei confronti di animali. Un
avviso di garanzia è stato consegnato anche al responsabile della filiale
romana 'Bambini di Satana Corporation', un giovane di 23 anni, che è stato
arrestato in un casale nella periferia della Capitale, nella zona di Spinaceto,
insieme ad altre quattro persone con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio.
Nel casale sono stati trovati 50 chili di droga tra marijuana, hashish, pasta
di cannabis, sostanze da taglio, 20 piante di marijuana e 20 milioni in
contanti. La magistratura ha disposto perquisizioni in 8 città (Treviso,
Milano, Torino, Lucca, Bologna, Roma, Rieti e Bari): sono state sequestrati
tuniche, foto di riti satanici, tesserini della setta, teschi di caprone,
calici, ricette di fatture e pozioni magiche e fatti sangue. E' stato anche
sequestrato materiale fotografico che riprende i riti satanici. Le indagini
sono partite un mese fa in seguito alla denuncia di una donna, di 40 anni, che
ha fatto parte della setta per dieci anni. La donna era proprietaria di un
albergo a Roma e a metà degli anni '80, all' età di 25 anni, abbandonò il
marito e due figli per entrare nella setta. Contattata in un particolare
momento della sua vita - le era morto un genitore e la sorella era malata -
cominciò a partecipare ai riti finendo anche per essere fotografata nel corso
di rapporti sessuali. Sotto ricatto la donna in dieci anni ha versato alla
setta circa 900 milioni. Tra il '97 e il '99 si è rifugiata da un frate nel
quartiere romano di Monteverde e qualche mese fa si è rivolta al commissariato
di Tivoli, dove ora vive sotto la protezione della polizia.
Sono così scattate le indagini e,
nell'appartamento bolognese di Dimitri, sul suo computer sono stati trovati
messaggi criptati che venivano inviati attraverso Internet. Dopo una prima
decodificazione la polizia è riuscita ad individuare alcuni affiliati sparsi in
varie città italiane: dieci giorni fa i primi cinque avvisi di garanzia, poi le
perquisizioni, altri dodici avvisi di garanzia e, infine, i cinque arresti per
stupefacenti nel casale della capitale.
(da «Avvenire»
- di domenica 7 novembre 1999)
BLITZ L’inchiesta
partita dalle accuse di una donna che ha denunciato
gli adepti per ricatto ed estorsione
RETATA CONTRO I “BAMBINI DI SATANA”
Maxioperazione in otto città: 5 in manette, sequestrati 50
chili di droga
Denunciato il fondatore della setta Dimitri. Si ipotizzano
anche i reati di stupro e usura
Danilo Paolini
Roma - Droga, orge, violenze sessuali, truffe, estorsioni per centinaia di
milioni. Era un’autentica associazione per delinquere ramificata in otto città
italiane, quella che si celava dietro i cappucci neri, gli oggetti blasfemi e i
macabri rituali propri delle sette sataniche. Ieri la Digos ha arrestato cinque
esponenti romani dei “Bambini di Satana”, la setta che fa capo al bolognese
Marco Dimitri. Quest’ultimo è stato denunciato a piede libero per detenzione di
stupefacenti ed ha ricevuto uno dei 17 avvisi di garanzia emessi nel corso
dell’operazione coordinata dalla Procura della capitale. Stessa sorte per
Alessandro Chalambalakis, vice-presidente dell’organizzazione. Riserbo assoluto
sui nomi degli altri indagati, ma sembra che tra loro figuri un insospettabile
cittadino di Acqui Terme (Alessandria). In manette, invece, sono finiti il
leader romano dei “Bambini di Satana”, un giovane di appena ventitre anni e
quattro suoi complici tutti arrestati in un casale nella zona di Spinaceto,
dove sono stati trovati anche mezzo quintale di droga (marijuana, hashish,
pasta di cannabis, sostanze “da taglio”) e venti milioni in contanti.
Perquisizioni sono state eseguite inoltre a Treviso, Torino ed altre località
piemontesi, Milano, Lucca, Bologna, Rieti e Bari.
Ovunque
sono stati sequestrati oggetti come tuniche nere con stelle a cinque punte,
teschi di caprone, calici, maschere, tarocchi, ricette di presunte “fatture” e
“pozioni magiche”, materiale pornografico, immagini di messe nere su foto e su
dischetti da computer. Nelle mani degli inquirenti è finito perfino un
delirante “patto di sangue”, cioè un giuramento di fedeltà a Lucifero.
In mezzo
a tanto squallore venivano commessi gravissimi reati, stando agli avvisi di
garanzia ed alle ordinanze di custodia cautelare, in cui si parla di
associazione per delinquere finalizzata all’estorsione, alla truffa, all’usura,
alla violenza sessuale, allo sfruttamento della pornografia minorile,
maltrattamenti nei confronti di animali. In più c’era la droga, necessaria per
animare festini a base di sesso e pretese pratiche magiche. Ad indirizzare gli
inquirenti è stata una donna di Roma, oggi quarantenne, che per più di dieci
anni è stata componente e vittima della setta: in tutto questo tempo avrebbe
versato circa 900 milioni ad un sedicente “Grande Mago Nero” per scongiurare la
diffusione di foto compromettenti che la riguardavano. Già proprietaria di un
albergo nella Capitale, la donna abbandonò il marito e due figli a metà degli
anni Ottanta, in preda alla depressione per un lutto familiare e per la
malattia di una sorella. Cominciò così a partecipare ai riti, finendo nella
trappola del ricatto. Ma pochi mesi fa ha deciso di uscirne. Ha chiesto aiuto
ad un religioso che l’ha convinta a denunciare tutto alla Procura della
Repubblica. Ora vive sotto protezione della polizia per timore di possibili
ritorsioni.
I “Bambini
di Satana” sarebbero circa un centinaio in tutt’Italia. La lista era nella
memoria del computer di Dimitri, in cui sono stati trovati anche messaggi
criptati giunti attraverso Internet.
Introvigne: niente allarmismi, non ci sarà il boom di riti demoniaci
di fine millennio
NON SONO I PRINCIPI DELLE TENEBRE
Roberto Festorazzi
Milano - “Bisogna adoperare molta cautela. Non vorrei si fosse
esagerata l’importanza di questi gruppi che praticano un satanismo casereccio”.
Massimo Introvigne, studioso dei Nuovi Movimenti Religiosi e Direttore del
CESNUR tende a ridimensionare la pericolosità dei “Bambini di Satana”, dopo
l’operazione che ha smantellato una parte dell’organizzazione “Al processo di
Bologna contro Dimitri la vicenda si era conclusa in primo grado con poco. Si
era sparato troppo in alto, cercando conferme alle versioni un po’ fantasiose
che circolavano a proposito dell’attività dei Bambini di Satana. Nell’inchiesta
si erano seguite piste improbabili, da ‘sbatti il mostro in prima pagina’, come
quella dei sacrifici umani o delle torture di bambini. Questi sono gruppi che
si automitologizzano: il problema è che se si punta troppo in alto, le persone
poi vengono allegramente assolte”.
Ma allora
che cosa fanno questi signori? Non dirà che si radunano per recitare il
rosario?
“No, ma non sono nemmeno principi delle tenebre come loro
vorrebbero far credere, autoqualificandosi come gruppo segretissimo,
potentissimo e importantissimo. E’ un ambiente che gli stessi occultisti
classificano come di serie B. Dimitri è una figura modesta, ben lontana dal
disporre di un autentico “carisma satanico” e mi sembra improbabile che esista
chi possa essere pesantemente manipolato da un personaggio del genere”.
“Non al punto da uccidere. Ciò che mi pare emerga anche nei
riscontri delle operazioni di ieri è vicino ai piccoli ricatti da albergo a
ore: un satanismo casereccio, appunto, che usa la minaccia contro la casalinga
filmata durante un rapporto sessuale. Più che sul grande rito demoniaco, mi
orienterei piuttosto sul traffico di droga o di pornocassette”.
In questo ultimo scorcio di fine
millennio, c’è da attendersi anche un “fervore” satanico, un’escalation di atti
inconsulti?
“Non mi aspetto nulla di statisticamente rilevante, anche se
effettivamente c’è una certa fibrillazione. Il ‘Progetto Meghiddo’ dell’F.B.I.
americana indica un centinaio di gruppuscoli, alcuni dei quali pericolosi, che
potrebbero compiere gesti sconsiderati di tipo autolesionistico – come i
suicidi – o terroristico, finendo sulle prime pagine dei giornali. Ma si tratta
di fenomeni periferici, marginali”.
“Personalmente stimo che attorno ai culti satanici organizzati si
raccolgano meno di mille persone. Ma poi esiste un vasto fenomeno imitativo, il
“satanismo acido”, che coinvolge alcune migliaia di giovani che uniscono il
rituale occulto al consumo di droga”.
(da «Corriere
della Sera» - di domenica 7 novembre 1999)
IN MANETTE I BAMBINI DI SATANA
Messe nere, blitz in dieci città e cinque arresti. Trovati
hashish e foto di festini Sequestrati due camion di materiale Diciassette gli
indagati per truffa e usura
Paolo Brogi
Roma - Benvenuti nella «Bambini di Satana Corporation». Con
tanto di tesserini marchiati con questo inquietante frontespizio e «patti»
insanguinati d'iscrizione alla setta guidata dal bolognese Marco Dimitri. E
ancora immagini scabrose di festini satanisti con adepte semivestite da suora,
floppy disk con i nomi di 500 associati tra i quali 20 referenti locali, un
ingente quantitativo di hashish. Cinque gli arresti, mentre il numero dei satanisti
indagati sale a 17 persone.
All'origine
dell'indagine, un mese fa, un'ex albergatrice romana quarantenne che dopo 15
anni di soprusi, estorsioni e violenze subite nel corso di messe nere ha
trovato il coraggio di denunciare chi l'aveva plagiata.
Con un
blitz che ha interessato una decina di città (Roma, Bologna, Milano, Acqui
Terme, Lucca, Viareggio, Bari, Collemaggiore nel Reatino, Treviso e Ferrara),
la polizia ha compiuto nelle ultime 36 ore una serie di perquisizioni a tappeto
che hanno portato all'arresto di cinque giovani romani e all'iscrizione nel
registro degli indagati di altri 12 satanisti compresi Marco Dimitri, il suo
vice Alessandro Chalambalakis e alcuni professionisti. Gli investigatori hanno
riempito due camion di paccottiglia satanista. C'era anche un orologio
satanico. Sequestrati anche 20 milioni di lire e 50 chili di marijuana e
hashish rinvenuti in un casale della periferia romana, già teatro nel novembre
'96 di un omicidio maturato tra sbandati, dove sono stati eseguiti gli arresti
per detenzione, spaccio e coltivazione di sostanze stupefacenti. Per tutti gli
indagati, diventati nel corso di un mese ormai 17, l'inchiesta coordinata dal
pm Roberto Staffa ipotizza il reato di associazione a delinquere finalizzata
alla truffa, all'usura, all'estorsione, alla violenza sessuale e al
maltrattamento di animali.
L'operazione
più importante ha avuto come teatro Roma, dove gli agenti della VII sezione
della Squadra mobile si sono presentati nottetempo in un tranquillo condominio
dell'Eur. A indirizzarli verso la stanza occupata da uno dei figli di un
professionista romano sono stati i segreti carpiti al floppy disk sequestrato a
Bologna in casa di Marco Dimitri. Superata la password d'accesso gli investigatori
hanno scoperto l'indirizzario della setta. Come «direttore» di sede romano
indicava un giovane di 30 anni. Nella casa di famiglia all'Eur il satanista
aveva lasciato però solo materiale non troppo compromettente: libri di
occultismo, drappi e statuette.
La
sorpresa è venuta subito dopo quando gli agenti hanno fatto irruzione in un
casale abbandonato della periferia sud-occidentale della città, a Spinaceto,
dove era stata segnalata la presenza dell'uomo. In quel casale di via dei
Tartufari - dove nel '96 uno sbandato fu gettato cadavere in fondo a un pozzo
in seguito a una sanguinosa lite con un rivale col quale si era conteso una
ragazzina di quindici anni - il satanista è stato colto nel sonno assieme ad
altri quattro giovani, tra i 20 e i 25 anni, compresa una ragazza. «Dormivano
in stanze addobbate per riti satanici - spiega un investigatore -. Alle pareti
scritte inneggianti a Burzum, già trovate a Veio, a Storm, a Satana. E poi
mantelli con il cappuccio, vessilli con il pentagramma, tessere controfirmate,
iscrizioni autografe siglate con il sangue».
«Giuro
di essere fedele ai Bambini di Satana e a Lucifero - così si legge in uno dei
manoscritti rinvenuti, a firma Tatiana -. Giuro fedeltà a questa setta.
Riconosco Lucifero come vero e unico dio. Giuro tutto ciò sigillando la firma
col mio sangue». Le tessere, invece, di colore nero, risultano controfirmate
dal responsabile locale dell'associazione satanista e contengono addirittura
l'indicazione della validità, prevista fino al 2010. Poi, da una parte, sono
saltati fuori anche i 50 chili di marijuana albanese accuratamente suddivisa in
confezioni cellophanate e pani di hashish con sopra stampigliato «Turkye» e la
mezzaluna. All'esterno i satanisti avevano predisposto una piccola piantagione
di marijuana.
IL CAPO DELLA SETTA
Dimitri: «Ci stanno perseguitando . Noi
facciamo solo informazione»
G.M.
Bologna - Se gli chiedi come sta, risponde: «Mi sento lo stomaco in
bocca». Eppure il tono di Marco Dimitri sembra tranquillo. «E’ l'effetto del
Tavor. Soffro d'ansia e lo prendo quando, come oggi, non riesco a respirare.
Certe notizie non mi fanno bene». «E’ chiaro che a questo punto - dice - è una
persecuzione. Arriva il Giubileo e vogliono farci passare per un'associazione
per delinquere. Noi invece facciamo solo informazione. E i rituali li facciamo
tra noi, i pochi amici più cari, tra cui il mio vice Alessandro Chalambalakis».
Che
cosa è un rituale?
«Significa
essere la terra e il piede che la calpesta: sentire, esprimere, essere».
Fa
uso di droghe?
«No. E infatti
non me l'hanno mai trovata. Ed è dall'89, ero ancora guardia giurata, che ci
provano».
Un
carabiniere si infiltrò nella setta, parlò di rituali con le vergini.
«Sì,
la sera del venerdì. Fortuna che, di venerdì, ero sempre in turno da vigilante.
L'inchiesta fu archiviata».
Ci fu
poi un'irruzione in un casolare di Savignano...
«Un
altro infiltrato aprì la porta ai carabinieri. Avevano i mitra, cercavano roba.
Non ce n'era».
E poi
Elisabetta Dozza, all'epoca minorenne, l'accusò di aver usato la scusa di
Satana per stuprarla.
«Ho
fatto tanto carcere. Si è visto come è finita: assolti con formula piena».
Ora
ci sono nuove accuse dal Lazio.
«Sono
venuti a perquisirmi: hanno ripreso il computer, foto porno, le foto di due
magistrati. Bussavano sui muri per cercare casseforti, denari che guadagnerei
come usuraio. Altri magistrati stanno cercando di sfrattarmi perché non riesco
a pagare allo Iacp gli affitti arretrati. Dicano cosa sono: un usuraio o uno
spiantato povero in canna? Perché non posso essere entrambi. E allora mi sento
preso in giro».
(da «La
Stampa» - di domenica 7 novembre 1999)
Blitz in 8 città. Denunciato il capo della setta Dimitri,
che replica: mi perseguitano
Droga e messe nere, 5 in manette
NEL MIRINO
I BAMBINI DI SATANA
Roma - Una miscela
esplosiva di messe nere e droga ha condotto in carcere cinque affiliati alla
setta «Bambini di Satana» di Roma e procurato un avviso di garanzia a altri
dodici. E’ il frutto di un blitz condotto nella notte tra venerdì e sabato
dalla Squadra Mobile di Roma a conclusione di una lunga indagine che ha portato
alla scoperta della base di una setta satanica in una villa in provincia di
Rieti e all’individuazione di una parte delle numerose ramificazioni e attività
svolte dalla setta nel nord e nel centro Italia. A far partire l’inchiesta era
stata la denuncia di una satanista «pentita», una commerciante romana di 40
anni che dalla metà degli anni Ottanta aveva iniziato a far parte della setta.
La donna allora aveva 25 anni ed era proprietaria di un albergo. Attraversava
un momento particolare della sua vita, le era morto un genitore e una sorella
aveva contratto una grave malattia. Aveva incontrato un uomo che si faceva
chiamare il Grande Mago nero che l’aveva convinta a unirsi al suo gruppo. La
donna entrò nei «Bambini di Satana» e lasciò marito e due figli. Cominciò a
partecipare ai riti e finì per essere fotografata e ripresa nel corso di
rapporti sessuali. Presto la donna capì di essere caduta in una trappola, il
Grande Mago Nero iniziò a ricattarla minacciando di diffondere i video che
provavano la partecipazione della donna alle orge della setta. L’albergatrice
ha resistito dieci anni, versando 900 milioni, poi ha deciso di mettere fine
alla triste vicenda. Dal ‘97 al ‘99 ha cercato rifugio presso un frate del
quartiere Monteverde, qualche mese fa si è decisa a rivolgersi al commissariato
di Tivoli. Ora vive sotto la protezione della polizia mentre le indagini hanno
portato fino a Marco Dimitri, leader dei «Bambini di Satana». Nel suo
appartamento bolognese sono stati trovati messaggi criptati che venivano
inviati tramite Internet. Dopo una prima decodificazione la polizia è riuscita
a individuare alcuni affiliati sparsi in varie città italiane. Dieci giorni fa
sono giunti i primi cinque avvisi di garanzia, poi una serie di perquisizioni a
Roma, Rieti, Bari, Bologna, Torino, Lucca, Treviso e Milano. Infine sono stati
emessi altri dodici avvisi di garanzia e cinque arresti, questi ultimi tutti
nella capitale. Le manette sono scattate intorno ai polsi di cinque ragazzi fra
i 20 e i 25 anni, fra cui il leader romano della setta. Gli agenti hanno
scoperto anche un casale abbandonato alla periferia di Roma utilizzato per
compiere i riti satanici. Al suo interno sono state trovate ricette per i riti
magici, foto di persone incappucciate, un foglio macchiato di sangue con la
formula del giuramento che inizia così: «Giuro di essere fedele ai Bambini di
Satana e Lucifero...». Ma hanno trovato anche 50 chili di hashish, 20 piantine
di marjuana piantate e 8 milioni di lire in contanti. I denunciati dovranno
rispondere delle accuse di associazione a delinquere finalizzata alla violenza
sessuale, alla truffa, all’estorsione e maltrattamenti di animali. Oltre che a
Roma due sere fa sono state condotte perquisizioni anche a Bologna, in
particolare a casa di un disoccupato bolognese e di Alessandro Chalambalakis,
vice presidente della setta e amico di Dimitri. L’ipotesi degli inquirenti è
che la setta, ben ramificata nel nord e centro Italia, come nel caso
dell’albergatrice romana, inducesse gli adepti a riti a sfondo sessuale e poi
estorcesse loro denaro per acquistare droga. Ma Marco Dimitri ha negato ogni
addebito. «Droga non ne hanno mai trovata, nè ne ho mai presa» - afferma - mi
sento preso in giro, vogliono trasformare i Bds in associazione per delinquere
e c’è il mio nome che è buono per tutte le stagioni». Dimitri elenca tutte le
inchieste in cui è stato coinvolto e da cui è sempre uscito pulito.