Fede
e superstizione
Intervista a Monsignor Giuseppe Maggioni
a cura di Andrea Menegotto
Nella
rapida carrellata che stiamo compiendo relativamente alle deviazioni della fede
presenti nella cultura popolare odierna, più volte è ricorso il termine
«superstizione».
Per
chiarire ulteriormente il concetto su cui ci siamo già più volte soffermati,
poniamo qualche domanda a Monsignor Giuseppe Maggioni, Delegato arcivescovile
per i Nuovi Movimenti Religiosi dell’Arcidiocesi di Milano, Responsabile del Centro di
Ascolto Ambrosiano sui Nuovi Movimenti Religiosi e autore di una collana
sul tema edita dal Centro Ambrosiano.
- Monsignore, ci può dire brevemente
quali sono le differenze sostanziali fra un «atteggiamento di fede» ed un
«atteggiamento superstizioso»?
L’atteggiamento di fede consiste nel rendere a Dio
l’adorazione e l’obbedienza che gli sono dovute in modo adeguato, mentre la
superstizione (da «super-stare»)
consiste nel prestare culto divino a chi non è dovuto o nel modo sbagliato. Il
che stravolge le finalità della vera religiosità, che tende invece a lasciarsi
istruire dalla sapienza di Dio per poter fare la sua volontà.
- Quali superstizioni rischiano oggi
di «inquinare» la fede dei cattolici anche praticanti?
Abbiamo detto che la superstizione consiste nel
prestare onori divini a una creatura o nell’onorare Dio in modo sbagliato. A
una creatura si presta culto divino onorandola come Dio (idolatria) o
attribuendoli poteri che non ha (divinazione e magia). L’idolatria o adorazione
di un’immagine consiste dunque nell’adorare qualcuno o qualcosa che non sia
Dio. Si pensi al mondo della gnosi che dissemina l’universo di forze di natura
divina tra il mondo materiale e quello divino. La divinazione invece consiste
nel voler conoscere le cose nascoste o future al di fuori delle vie naturali
ordinarie, mentre la magia nel voler produrre effetti al di fuori delle cause
naturali. In questo contesto, oltre a forme come l’astrologia, la chiromanzia e
lo spiritismo, si possono inquadrare le pratiche compiute per scaramanzia, che
non hanno alcun potere riguardo agli effetti che vorrebbero produrre, quali il
favorire la buona sorte o l’allontanare dai guai. C’è chi si preoccupa
eccessivamente se qualche appuntamento importante va a cadere proprio di venerdì 17; chi fa di tutto per evitare
strette di mano incrociate, o tocca ferro se si sente parlare di qualche ipotetica
sventura; chi, ricevendo una lettera con l’ordine perentorio di rispedirla
moltiplicata in un certo numero di copie, pena l’incorrere in gravi sciagure se
spezzerà la catena, ma con la promessa di grandi benefici se la continuerà,
accetta di perpetuare le cosiddette catene di Sant’Antonio. Superstizione è
anche attribuire alla sola materialità delle preghiere o dei segni sacramentali
la loro efficacia, prescindendo dalle disposizioni interiori che richiedono.
Dio invece viene onorato in modo errato o unendo al culto reso a Dio l’inganno
(culto falso) od onorandoLo con cerimonie strane (culto vano). Il culto falso a
Dio dunque consiste nell’inventare miracoli, visioni, rivelazioni, nel produrre
reliquie false. Il culto vano a Dio invece consiste nell’aggiungere alle
funzioni liturgiche cerimonie speciali o nell’introdurre devozioni strane.
- Quale rimedio
suggerire al singolo cattolico e alle comunità cristiane in genere perché la
fede della Chiesa sia sempre una fede «verginalmente integra», così come ha
affermato il Santo Padre Giovanni Paolo II nella catechesi all’udienza generale
del 20 agosto 1997?
Basta
ricordarsi di alcune verità come le seguenti: il cristiano non grida con
superbia attraverso formule, scongiuri e false preghiere: «si fatta la mia volontà»,
ma si rivolge a Dio con le parole che Gesù stesso gli ha insegnato, chiedendo
che: «si fatta la tua volontà»; i
doni carismatici possono venire solo da Dio e vengono elargiti in modo gratuito
alle persone sante. Gli idoli sono opera delle nostre mani, «hanno bocca e non parlano;
hanno occhi e non vedono» (Sal 115,5). Occorre abbandonarsi con fiducia
nelle mani della Provvidenza per ciò che concerne il futuro e fuggire da ogni
curiosità malsana. Non è opportuno chiedersi se una determinata pratica
funziona o non funziona, ma se è moralmente lecita o no. Chi consulta il mago
attribuisce l’origine dei propri mali a una causa esterna, per cui si aspetta
che lo liberi dai suoi fastidi, l’efficacia della magia dipende dalla credenza
nella medesima, per cui il desiderio ne è la prima causa; si perde a poco a
poco il proprio senso di responsabilità, poiché si diventa dipendenti dal mago.
Non è possibile verificare l’efficacia dell’opera del mago, poiché l’insuccesso
(secondo il mago) dipende da una controfattura, mentre il successo dipende da
lui. Inoltre, essendo il campo magnetico umano infinitesimale, è da escludere
qualunque influsso degno di nota su gli altri.
Predizioni funeste fatte senza
criterio a clienti psicologicamente fragili possono indurre le persone
all’autodistruzione e la conoscenza del futuro può destabilizzare la persona,
in quanto la trascina nella predeterminazione, essendo ormai tutto già scritto.
Esiste separazione tra passato, presente e futuro; fra il qui e il là nello
spazio e fra l’io e il non-io; non si possono conoscere gli atti liberi futuri,
poiché, essendo futuri, non esistono ancora, ed essendo liberi, dipendono solo
dalla volontà libera. Il nostro destino è interamente nelle nostre mani, che,
unite a quelle di Dio, edificano in piena libertà, oggi il nostro presente e
domani il nostro avvenire. A proposito di oroscopi si osservi che a distanza di
giorni la stessa fonte dà risposte diverse e fonti diverse danno lo stesso
giorno risposte inconciliabili, e che mettendo a confronto diverse risposte
della stessa fonte o di fonti diverse appare la genericità del linguaggio. Il
che è la prova del nove della vacuità di tutto il discorso. Oggi le risposte
son date dal computer che restituisce semplicemente le informazioni che l’uomo
vi ha inserito. Viene negata la nostra libertà e quindi la responsabilità.
Provenendo tutti i pianeti dal sole non si capisce come possono avere influssi
diversi. Perchè dovrebbero influire su di noi più gli astri che il clima, il
sottosuolo, l’inquinamento?
* Articolo parzialmente anticipato con il titolo redazionale
«Nel dilemma tra fede e superstizione» in "La Madonna dei Poveri"
n. 3\1999 (aprile).
Torna all'indice della raccolta "Nuova religiosità: sfida alla Nuova Evangelizzazione"