Rennes le Château:

mistificatori e mistificazioni sul Graal

Massimo Introvigne

[Le note si trovano alla fine del testo]

Rennes le Château è un paesino francese del dipartimento dell’Aude, ai piedi dei Pirenei orientali, nella zona detta del Razès. La popolazione si è ridotta a una quarantina di abitanti, ma ogni anno i turisti sono decine di migliaia. Dal 1960 a oggi a Rennes le Château sono state dedicate oltre cinquecento opere in lingua francese, almeno un paio di bestseller in inglese e un buon numero di titoli anche in italiano [1]. Le leggende che attirano i turisti a Rennes le Château sono così estreme che gli stessi specialisti dell’esoterismo - come è stato notato in una prima giornata di studi accademici sull’argomento, promossa a Parigi nel 1995 dall’associazione Politica Hermetica [2] - esitano a occuparsene, temendo di essere confusi con i mitomani e i truffatori che hanno firmato un buon numero dei titoli sul tema. Rennes le Château nasconderebbe infatti - e non si tratta di un elenco completo -, intorno al segreto del Graal, la verità sul cristianesimo, l’identità dei veri pretendenti legittimi al trono di Francia, la vera storia delle società segrete, le prospettive future del mondo, e - per buona misura - un tesoro di valore inestimabile. Non sorprende che un buon numero di turisti arrivino con gli attrezzi da scavo, anche se finora nulla di significativo è stato trovato, benché si scavi da almeno quarant’anni.

La fama di Rennes le Château si ricollega certamente alle leggende sul Graal dei catari, e il paese si trova all’interno di quel "paese cataro" che una sapiente promozione ha reso in anni recenti una delle più ambite mete turistiche francesi. Rennes le Château rimarrebbe però una nota a piè di pagina nel ricco turismo "cataro" contemporaneo se del paese non fosse diventato parroco, nel 1885, don Berenger Saunière (1852-1917). Personaggio bizzarro, nel 1909 si rifiuterà di trasferirsi in un’altra parrocchia e nel 1910, dopo aver perso un processo ecclesiastico, subirà una sospensione a divinis. Pure privato della parrocchia rimarrà fino alla morte nel paese, che aveva arricchito con nuove costruzioni - fra cui una curiosa "torre di Magdala" - e scandalizzato con una serie di scavi nella cripta e nel cimitero, alla ricerca non si sa bene di che cosa. Diventato più ricco di quanto fosse consueto per un parroco di campagna, si favoleggiò che avesse trovato il tesoro. Tutto poteva spiegarsi, peraltro - come sospettava il suo vescovo - con un meno romantico traffico di donazioni e di messe [3]. In epoca recente si è sostenuto che Saunière avesse scoperto nella cripta importantissimi manoscritti antichi, ma quelli che sono emersi sono falsi evidenti del XIX se non del XX secolo. E’ possibile che - nel corso dei lavori per restaurare la Chiesa parrocchiale (un’attività che va in ogni caso ascritta a merito dell’originale parroco) - don Saunière avesse scoperto qualche reperto di epoca medioevale, ma in ogni caso non in quantità sufficiente da arricchirsi. Si continua a ripetere anche che Saunière sarebbe stato in rapporti con ambienti esoterici di Parigi, ma le prove addotte non permettono di formulare alcuna conclusione sicura. La figura di Saunière non è priva di interesse, e le sue costruzioni mostrano che si trattava di un uomo singolarmente attento alle allegorie e ai simboli, forse con qualche modesto interesse esoterico, sulla scia di una tradizione locale. Tuttavia la leggenda di Saunière non sarebbe continuata nel tempo se la sua perpetua, Marie Denarnaud (1868-1953) - a cui il sacerdote aveva intestato le proprietà e le costruzioni di Rennes le Château, per sottrarle al vescovo con cui era in conflitto - non avesse continuato per anni, anche per incoraggiare eventuali acquirenti, a favoleggiare di tesori nascosti. E se un altro personaggio, Noel Corbu (1912-1968), dopo avere acquistato dalla Denarnaud le proprietà dell’ex-parroco per trasformarle in ristorante, non avesse cominciato, a partire dal 1956, a pubblicare articoli sulla stampa locale dove - animato certo anche dal legittimo desiderio di attirare turisti in un borgo remoto - metteva i presunti "miliardi" di don Saunière in relazione con il tesoro dei catari.

Negli anni 1960 le leggende diffuse da Corbu su scala locale acquistano fama nazionale dopo essere cadute nelle mani di esoteristi - fra cui Pierre Plantard - e di giornalisti interessati ai misteri esoterici come Gérard de Sède, che pubblica nel 1967 L’or de Rennes. Tre autori inglesi di esoterismo popolare - Michael Baigent, Richard Leigh e Henry Lincoln - si incaricheranno di elaborare ulteriormente le sue idee, trasformandole in una vera industria editoriale, avviata con la pubblicazione nel 1979 de Il Santo Graal. Con questi autori Rennes le Château diventa, per milioni di lettori e di turisti, la capitale del Graal (un tema a cui Saunière non aveva mai minimamente fatto cenno). Secondo de Sède e i suoi continuatori inglesi, il parroco aveva scoperto il segreto di Rennes le Château, dove sarebbe depositato non solo un tesoro favoloso - variamente attribuito al tempio di Gerusalemme, ai visigoti, ai catari, ai templari, alla monarchia francese, e a cui il sacerdote avrebbe attinto solo per una piccola parte -, ma anche - rivelato dalle presunte pergamene ritrovate da don Saunière, dalle iscrizioni del cimitero, dalle forme stesse degli edifici e di quanto si trova nella chiesa parrocchiale - un tesoro di tipo non materiale, la verità stessa sulla storia del mondo. Nel paesino pirenaico esisterebbero documenti in grado di provare che Gesù Cristo - verità accuratamente nascosta dalla Chiesa cattolica - aveva avuto figli da Maria Maddalena, che questi figli portano in sé il sangue stesso di Dio e che pertanto hanno il diritto di regnare sulla Francia e sul mondo intero. Il Santo Graal sarebbe, più propriamente, il sang réal, il "sangue reale" dei discendenti fisici di Gesù Cristo. Discendenti di Gesù e della Maddalena sarebbero stati i re merovingi, il cui regno sarebbe stato usurpato dai carolingi e dai capetingi. Ma i catari, i templari, i grandi iniziati - dallo stesso Saunière al pittore Nicolas Poussin (1594-1655), il quale ne avrebbe lasciato una traccia nel suo famoso quadro del Louvre I pastori di Arcadia, che raffigurerebbe precisamente il panorama di Rennes le Château - hanno custodito il segreto come cosa preziosissima, lasciando trapelare di tanto in tanto qualche indizio. Il sangue divino dei merovingi, il vero Santo Graal, non sarebbe solo il sangue più nobile, destinato a regnare sul mondo intero, ma - a chi sappia entrare in contatto con l’energia che sprigiona attraverso appositi rituali - garantirebbe perfino l’immortalità.

Non è poco: mancava solo una società segreta che, caduti i merovingi, avesse tramandato nella storia il segreto del Graal, facendo delle varie massonerie soltanto un suo pallido strumento. E la società emerge nel 1972 con la fondazione - con tanto di carta da bollo - del Priorato di Sion da parte di Pierre Plantard, nel frattempo pronto a rivelare di essere egli stesso un discendente dei merovingi e il custode del Graal. Il Priorato, affermava Plantard, esisterebbe da oltre mille anni. La prova? I famosi documenti asseritamente trovati dal parroco Saunière e ritrovati nelle biblioteche, dove però li aveva opportunamente "seminati", dopo averli "prodotti", lo stesso Plantard. Questo non ha impedito a Il Santo Graal di Michael Baigent e compagni di vendere quasi due milioni di copie nel mondo, spargendo a piene mani le storie più incredibili sull’antichissimo e potentissimo Priorato di Sion. E le cose non sono finite lì. C’è infatti chi si è spinto ancora più in là, sostenendo - sulla scia del successo de Il Santo Graal - che il Graal fisico, cioè i discendenti di Gesù Cristo, custoditi dai catari abbiano finito per passare l’Atlantico e si siano successivamente mescolati, fino ai giorni nostri, alla storia del Canada e della sua politica [6]. O - ancora - che nella storia di tutte le case regnanti europee vi siano portatori del "santo Graal", cioè del lignaggio fisico di Gesù Cristo e di Maria Maddalena, il che permetterebbe di risolvere facilmente tutte le dispute dinastiche (e di rilanciare una prospettiva monarchica perfino nei repubblicani Stati Uniti di oggi) [7]. Infine - ma certamente il futuro proporrà altri capitoli dell’incredibile saga del Graal di Rennes le Château - nel 1996 ci è stato finalmente rivelato il "vero" segreto del Graal dei Pirenei. Una montagna di fronte a Rennes le Château, il Cardou, custodirebbe nientemeno che il corpo di Gesù Cristo. Il fondatore del cristianesimo, dunque, non è mai risorto, e Cardou - torturando le etimologie e le pronuncie - sarebbe una contrazione dialettale di corps de Dieu, "corpo di Dio". Questo corpo sarebbe il vero Graal, verità terribile (perché in grado di distruggere le Chiese istituzionali), nota solo agli iniziati come il pittore Poussin e il parroco Saunière [8]. Con la massima serietà si propone di affidare la cerca del Graal al laico e repubblicano governo francese, che potrebbe far saltare in aria la montagna del Cardou per vedere se non nasconda un’antica tomba.

Con questi ultimi sviluppi - nonostante i pregevoli sforzi di quanti, a Rennes le Château e altrove, cercano di reagire alle mistificazioni e di riportare le ricerche sul parroco Saunière a un minimo di rigore storico - l’avventura del Graal scade, deplorevolmente, nella farsa [9].

Mariano Bizzarri e Francesco Scurria — nel libro italiano Sulle tracce del Graal. Alla ricerca dell’immortalità. Il mistero di Rennes Le Château [10] - offrono un’eccellente pars destruens, demolendo la mitologia costruita dai falsari alla Plantard. La sostituiscono però - con un linguaggio ispirato all’esoterista René Guénon (1886-1951), e secondo un procedimento già usato in Francia da cattolici ultra-conservatori - con una mitologia di segno contrario, secondo cui la leggenda dei merovingi "divini" è stata costruita ad arte per nascondere il vero segreto di Rennes le Château: il paesino dei Pirenei è il centro di influenze - non divine ma diaboliche - più pericoloso del mondo, e il presunto Graal che vi è nascosto - al cui servizio si sono messi di volta in volta i celti con il loro santuario tra i boschi, i catari, la famiglia di Hautpoul e il parroco Saunière - è una sorta di porta dell’Inferno che permette a forze demoniache di dilagare nel mondo. Tesi, come si vede, affascinante ma non molto più facile da dimostrare di quelle di segno contrario sul Graal dei merovingi. Si può quindi avere qualche indulgenza per chi rifiuta di prendere sul serio Rennes le Château e considera tutta la vicenda un pastiche ottocentesco di preti originali e un po’ mattoidi, trasformato in un’industria per gli appassionati di un esoterismo da edicole delle stazioni da alcuni profittatori e mistificatori del nostro secolo. Tuttavia le masse che si muovono verso il piccolo centro dei Pirenei meritano, almeno, un’attenzione sociologica. E - una volta eliminati tutti i falsi - non si potrà forse escludere che nel Settecento e nell’Ottocento, intorno a parroci che si dilettavano di esoterismo, si muovesse effettivamente una piccola cerchia di appassionati di cose esoteriche in contatto con ambienti di Carcassonne e di Tolosa, centri esoterici fra i principali dell’epoca in Francia; appassionati che possono avere lasciato a Rennes le Château e dintorni una serie di curiosi simboli astrologici, alchemici e massonici. Tutto questo, se presenta certo qualche interesse, appartiene alla storia locale del milieu esoterico del Sud della Francia, e non ha molti rapporti con i sogni grandiosi di eredi fisici di Gesù Cristo che, aiutati dal Priorato di Sion, si candidano a dominare il mondo, sogni - questi sì -da consegnare alla pattumiera delle storie costruite per denigrare la Chiesa cattolica, arricchire i furbi e ingannare i più ingenui.

* Versione aggiornata dall'autore dell'articolo pubblicato in "Cristianità", anno XXIV - n. 258, ottobre 1996 e in precedenza sostanzialmente anticipato, senza note e con il titolo redazionale "Francia, caccia all’ultimo Graal", in "Avvenire". Quotidiano di ispirazione cattolica, anno XXIX, n. 229, 27.9.1996, p. 18.

 

NOTE

  1. Cfr., per una bibliografia parziale, John M. Saul - Janice A. Glaholm, Rennes-le-Château. A Bibliography, Mercurius Press, Londra 1985.
  2. Cfr. "Rennes le Château: Quelques questions posées par un ‘mythe aggloutinant’", in Politica Hermetica, n. 9 (1995), pp. 194-208.
  3. Per una lettura "demistificante" dell’avventura di Berenger Saunière cfr. Jean-Jacques Bedu, Rennes-le-Château. Autopsie d’un mythe, Loubatières, Portet-sur-Garonne 1990; René Descadeillas, Mythologie du trésor de Rennes. Histoire véritable de l’Abbé Saunière, curé de Rennes-le-Château, Collot, Carcassonne 1991.
  4. Cfr. Gérard de Sède, L’or de Rennes, ou la vie insolite de Berenger Saunière, curé de Rennes-le-Château, Julliard, Parigi 1967. Vent’anni dopo, in un ulteriore volume, il giornalista ha cercato di prendere le distanze da alcuni aspetti del mito, mantenendone però la sostanza: cfr. Gérard de Sède, Rennes-le-Château. Les dossiers, les impostures, les fantasmes, les hyphothèses, Robert Laffont, Parigi 1988.
  5. Cfr. Michael Baigent - Richard Leigh - Henry Lincoln, Il Santo Graal, trad. it., 2ª ed., Mondadori, Milano 1986. Almeno più problematico è il più recente volume di Henry Lincoln, Key to the Sacred Pattern. The Untold Story of Rennes-le-Château, The Windrush Press, Moreton-in-Marsh (Gloucestershire)1997.
  6. Così Michael Bradley - Deanna Theilman-Bean, Holy Grail Across the Atlantic. The Secret History of Canadian Discovery and Exploration, Hounslow Press, Willowdale (Ontario) 1988.
  7. Così Laurence Gardner, Bloodline of the Holy Grail. The Hidden Lineage of Jesus Revealed, Element, Shaftesbury (Dorset) - Rockport (Massachusetts) - Brisbane (Queensland) 1996.
  8. Richard Andrews - Paul Schellenberger, The Tomb of God. The Body of Jesus and the Solution to a 2,000-year-old Mystery, Little, Brown & Company, Boston-New York-Toronto-Londra 1996 (tr. it.: Alla ricerca del sepolcro, Sperling & Kupfer, Milano 1997).
  9. Il senso della farsa è - paradossalmente - colto con intelligenza da un fumetto americano irriverente e scandaloso, Preacher, dove il Graal è una società segreta che preserva il lignaggio di Gesù Cristo e della Maddalena nel Sud della Francia, pronto a farlo riemergere per dominare il mondo quando questo, intorno all’anno Duemila, sarà scosso da eventi apocalittici. L’ultimo leader del Graal confessa cinicamente che "non è importante chi presentiamo [come ultimo discendente di Gesù Cristo]. Abbiamo una tale quantità di vecchie pergamene e documentazione che potremmo provare in modo conclusivo che perfino il fottuto Newt Gingrich [il controverso leader del Partito repubblicano negli Stati Uniti] è il figlio di Dio" (Garth Ennis - Steve Dillon, Preacher: Until the End of the World, DC Comics, New York 1997, p. 227).
  10. Cfr. Mariano Bizzarri e Francesco Scurria, Sulle tracce del Graal. Alla ricerca dell’immortalità. Il mistero di Rennes Le Château, con una prefazione di Michele Del Re, Mediterranee, Roma 1996.

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