Un invito alla preghiera
Il Rosario
Ambra Mazzoni
Il Rosario è un intreccio di lodi, di benedizioni e di gloria alla Madre Celeste, è la dolce preghiera che si eleva a Colei che comprende i nostri affanni, i sospiri del nostro cuore.
Col Rosario ricordiamo a Maria, l’Altissima, la sua missione nell’essere parte viva nel mistero dell’Incarnazione, per cui si ebbe la Redenzione del genere umano. Con esso ricordiamo a Maria l’ora solenne in cui l’arcangelo Gabriele le fa sentire una parola arcana: "Ave, Maria, piena di grazia". La parola con cui veniva proclamata Benedetta fra le donne, Prediletta da Dio, Immacolata; ed alla quale Ella, nella più grande umiltà, aveva risposto: "Così sia!".
Col Rosario ricordiamo a Maria lo slancio nobilissimo del suo cuore, di correre a Ebron per essere d’aiuto a sua cugina Elisabetta. Con questa preghiera ricordiamo alla Vergine benedetta l’ora tutta celeste quando, nell’umile grotta di Betlemme, diede alla luce il Verbo incarnato, l’Atteso delle genti, il Redentore del genere umano, il Principe della pace.
Meditiamo anche che il dolore è mezzo col quale si giunge alla gloria. Conveniva che il Cristo soffrisse e morisse per entrare nella sua gloria, cioè nella gloria preparata dal Padre. E noi vediamo Gesù risorgere glorioso dalla tomba e salire al cielo, portando la sua umanità santissima alla destra dell’Eterno Padre e di là inviare lo Spirito Santo a confermare gli Apostoli e dare a loro la forza ed il coraggio di annunciare la Buona Novella al mondo intero.
Vediamo anche Maria Assunta in anima e corpo in cielo, piena di gloria, coronata dalla SS. Trinità, Regina dell’universo. Ecco la bellezza del Rosario, l’eccellenza di questa preghiera, chiamata dai Pontefici "il salterio di Maria".
Quante volte noi le diciamo "Ave", tante le ricordiamo la sua predestinazione, la sua missione, la sua gloria; questa parola "Ave" è l’espressione del nostro entusiasmo, è il canto e l’inno dell’entusiasmo, dell’ammirazione e dell’amore, è - ancora - lo sfogo del cuore nel dolore, è la dolce preghiera che dona calma, pace, serenità nell’anima.
Alla Vergine benedetta rivolgiamo la nostra fervida preghiera, con ferma fiducia d’essere esauditi, perché Maria stessa ha mostrato il Rosario come mezzo per trionfare sui nemici della fede. Ella apparve a Lourdes, tutta bella nel torrente di luce che l’inonda, un candidissimo manto la ricopre, una fascia azzurra le cinge i fianchi, due rose d’oro le spuntano sui piedi..... nelle mani la Vergine stringe il Rosario.
A Fatima la Madonna insiste nel dire: "......pregate, pregate molto e fate sacrifici per i peccatori". Apparendo e manifestandosi ai tre pastorelli, la Madonna, li istruisce personalmente e così da tanti anni Fatima è diventata il luogo di preghiera riparatrice, specialmente col Rosario.
E là, dalla Valle benedetta di Pompei, dove Maria ha posto la sede delle sue grazie e delle sue misericordie, Ella chiama i suoi figli alla recita del Rosario.
Meditando i misteri gaudiosi, in cui si ha per modello la Santa Famiglia di Nazaret, gli uomini si rassegneranno al vivere modesto e laborioso, contenti della propria condizione.
Meditando i misteri dolorosi, alla considerazione della Passione di Gesù e della sofferenza di Maria, gli uomini impareranno che il dolore, nobilitato e santificato da Gesù e da Maria, non è solo pena della colpa, ma prezzo del nostro riscatto, e, per noi, è il lavacro delle anime, rimedio del passato, merito per l’avvenire.
Nei misteri gloriosi, considerando i trionfi di Gesù e di Maria, gli uomini impareranno che non abbiamo qui alcuna città permanente, ma che aspettiamo la futura dimora, dove il dolore si tramuta in gioia, dove ammireremo la Gloria di Dio, con gli Angeli e i Santi, per sempre.
Ecco perché Maria a Lourdes, a Fatima, a Pompei (e anche a Medjugorje) chiama i suoi figli alla recita del Rosario e scuote il mondo con i suoi prodigi, per risvegliare nel cuore il sentimento della fede.