Il rapporto del Viminale sui nuovi movimenti religiosi

(febbraio 1998)

I contenuti del rapporto

Andrea Menegotto

Il rapporto, datato febbraio 1998, e inviato dal Ministero dell’Interno alla Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati il 29 aprile, è costituito da 105 pagine ed è composto, oltre all’indice finale, di altre due parti: una introduzione e una serie di settanta schede su alcuni nuovi movimenti religiosi e magici.

L’introduzione è composta di quattro capitoli, dove gli autori - si parla di autori al plurale e questo, vedremo, non è un fatto irrilevante – offrono alcune coordinate in funzione delle quali cercano di muoversi nel prosieguo del testo. Innanzitutto, essi fanno riferimento ad un crescente "allarme sociale" nei confronti delle nuove forme di religiosità, suscitato da tragici episodi di rilievo internazionale, come i ripetuti suicidi-omicidi, avvenuti in Svizzera, Francia e Québec nel 1994, 1995 e nel 1997, di alcune decine di adepti dell’Ordine del Tempio Solare. In seguito, gli estensori del rapporto si soffermano su alcune precisazioni terminologiche e classificazioni particolarmente care agli specialisti del settore. Viene così rilevato l’uso improprio del vocabolo "setta"; a cui è preferibile sostituire l’espressione "nuovi movimenti religiosi" e "nuovi movimenti magici". Parlare di queste due categorie rimanda alla celebre distinzione, che gli studiosi di scienze religiose mutuano direttamente dal fenomenologo delle religioni rumeno Mircea Eliade (1907-1986), fra religione intesa come ierofania, cioè esperienza del sacro, e magia intesa come cratofania - definita, per la verità, nel rapporto erroneamente "cretofania" -, vale a dire "esperienza del potere". In particolare, per quanto riguarda la nozione di religione, il rapporto acutamente osserva che la definizione teistica, che intende la religione come fede in un Essere Supremo, non è condivisibile, in quanto non rende conto neppure di alcune manifestazioni del buddhismo. Viene perciò adottata la più ampia definizione dottrinale, secondo la quale è definibile come "religione" ciò che dà all’uomo delle risposte ai suoi quesiti essenziali, mettendolo in contatto con una dimensione sovrannaturale. Questa annotazione è particolarmente importante se riferita al mondo dei nuovi movimenti religiosi, perché negli anni si è molto discusso sulla natura religiosa o meno della Chiesa di Scientology; a questo proposito il rapporto fa riferimento alla sentenza della Corte di Cassazione dell’8 ottobre 1997 (n. 1329), che afferma la natura religiosa di questo gruppo. La prima parte del rapporto, in seguito, sfata alcuni miti; in particolare quello che vede la vera discriminante fra i nuovi movimenti religiosi e le espressioni religiose tradizionali nella intolleranza verso le altre fedi e il proselitismo aggressivo, preferendo – in maniera decisamente più scientifica e precisa – classificare i nuovi movimenti religiosi secondo tre categorie:

I) movimenti di derivazione cristiana,

II) movimenti di ispirazione orientale

III) movimenti di innovazione occidentali.

Il terzo capitolo dell’introduzione esamina i rischi di "rilevanza penale" che potrebbero manifestarsi in alcuni gruppi. In questo contesto, mentre si ricordano casi piuttosto celebri verificatisi negli anni 1980 (ad esempio le vicende giudiziarie della famosa "Mamma Ebe"), il rapporto nota che attualmente, in Italia, non risultano formalmente contestati delitti a nessun nuovo movimento religioso o magico. Gli allarmismi, su cui hanno fatto perno i mass-media dopo la diffusione al pubblico del documento, risultano perciò del tutto ingiustificati, come non ha senso parlare – come hanno fatto ancora TV e giornali – di un "rischio sette" per il Giubileo, in quanto, secondo il rapporto, se è pur vero che il porsi dell’Italia al centro del palcoscenico internazionale in questa occasione potrebbe provocare azioni da parte di mitomani, occorre dire che persone di questo tipo esistono anche al di fuori delle aggregazioni neo-religiose.

Il documento non è privo di contraddizioni, che si possono attribuire alla pluralità di fonti e autori, come è tipico dei rapporti di polizia. Ciò è piuttosto evidente quando si fa cenno al problema del brainwashing, o "lavaggio del cervello". Mentre da un lato il rapporto afferma – secondo la tipica teoria anti-sette – che i nuovi movimenti religiosi adottano tecniche di manipolazione mentale, peraltro ormai screditate dalla maggioranza degli studiosi accademici, dall’altro si afferma che questo reato di fatto non risulta punibile, vista la sentenza (n. 96) della Corte Costituzionale Italiana del 9 aprile 1980, che abolisce il reato di plagio.

Senza dubbio, il clamore suscitato dai mass-media intorno al documento è stato eccessivo, dal momento che lo stesso rapporto, se letto attentamente, esclude ogni allarmismo, che risulterebbe del tutto ingiustificato. Esso non è – come i documenti che l’hanno preceduto negli altri paesi europei – una "lista nera delle sette pericolose" che, essendo ispirata dai movimenti anti-sette laicisti, comprendeva anche benemerite associazioni cattoliche.

Per capire il rapporto occorre dunque separarlo dall’evento mediatico che si è creato intorno ad esso, interpretando il problema dei nuovi movimenti religiosi e magici in una maniera corretta e adeguata e comprendendo che portare il fenomeno nelle sue giuste proporzioni non significa automaticamente sminuirlo per importanza. Se è necessario vigilare e far sì che in caso di abusi commessi all’interno dei gruppi neo-religiosi la giustizia faccia il suo corso, è altrettanto importante lottare per la libertà della fede.

Per il mondo cattolico, la problematica delle "sette" e delle deviazioni dalla Verità di Gesù è una delle principali sfide del nostro tempo, come ha anche ricordato recentemente il Santo Padre parlando ai vescovi della Repubblica Ceca in visita "ad limina apostolorum" (14 settembre 1998). Una sfida però che passa attraverso un’altra battaglia altrettanto fondamentale per la Chiesa Cattolica: quella per la libertà religiosa. È certamente urgente una intensa opera di carattere apologetico e di critica dottrinale ai nuovi movimenti religiosi e magici, ma lo è altrettanto salvaguardare la religione da qualunque ingerenza di un potere che vorrebbe in qualche modo limitarne la piena espressione.

Per approfondire: Molto rumore per nulla? Il "rapporto italiano sulle sette" (Massimo Introvigne)

 

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